scritto da Raffaele Ruocco - 01 Aprile 2020 15:49

NUTRIRE IL SÉ Cibo ed emozioni: le emozioni hanno sapore?

Peso, Alimentazione, Corpo, Emozioni (PACE)

“Ricciola marinata all’aceto balsamico bianco con neve di melograno, ispirato alla foto di un iceberg norvegese: un piatto di una profondità estrema, un gusto che dà emozione e noi chef non dobbiamo mai dimenticarlo: le emozioni non mentono”.

Sono parole del noto chef tedesco Heinz Beck! [1] Ma più che di una cucina che dà “emozioni”, di una gastronomia ridotta ad una categoria estetica, un’arte dell’effimero, credo sia più utile ed interessante  affrontare con voi il tema rovesciato: in che modo le emozioni influenzano il nostro rapporto con il cibo? Quanto la relazione fra emozioni e comportamento alimentare condiziona le nostre scelte alimentari? La letteratura sull’argomento e molto ricca così come le teorie proposte che cercano di spiegare, spesso in modo eclettico, un legame così  naturale e complesso.

Un’interessante ricerca scientifica  pubblicata di recente sull’ultimo numero del Journal of Consumer Psychology [2] parte da un dilemma quotidiano: cosa ci induce a scegliere, malgrado la consapevolezza delle conseguenze, fra cibo spazzatura o cibo sano? Perché siamo costantemente in bilico quando dobbiamo decidere cosa mangiare?

Gli autori affermano che ogni volta che facciamo una scelta, quest’ultima ha effetti temporali a breve e a lungo termine. Questa potrebbe essere la prima chiave di lettura da usare per capire il rapporto tra tono dell’umore e alimentazione. I risultati sperimentali della ricerca sembrerebbero confermare che l’umore positivo ci fa preferire cibi sani e aumenta l’importanza di obiettivi a lungo termine, come mantenere il nostro peso naturale e conservare sane abitudini alimentari.

Il cattivo umore invece ci costringerebbe sempre a preferire una visione a breve termine, nella quale gli effetti emotivi immediati del cibo prendono decisamente il sopravvento su quelli sulla salute a lungo termine. E’ una scoperta importante, perché introduce un ulteriore elemento di riflessione sul rapporto fra emozioni e cibo: non sono solo le emozioni a determinare il nostro comportamento, ma anche la prospettiva temporale in cui esse si collocano.

La ragione di tutto ciò potrebbe avere un nome: dopamina,  un neurotrasmettitore che trasporta i messaggi da un neurone all’altro e che  si libera dal centro della ricompensa presente nel cervello quando mangiamo, determinando una piccola festa nel cervello, che riattiva la sensazione di benessere e riduce l’intensità e gli effetti delle emozioni negative.

Ritornando ai risultati delle ricerca, gli autori evidenziano che  il costrutto temporale del cattivo umore è spesso legato ad una visione selettiva centrata sul qui e ora, e solo sui dati che ci rendono infelici. Quando siamo in questo stato mentale, gli effetti neurofisiologici del cibo legati al rilascio di serotonina, prendono il sopravvento, si trasformano in un bisogno impellente, ci colpiscono di più e sono proprio quelli legati al qui e ora, quindi quelli sensoriali, mentre quelli astratti , come le caratteristiche nutrizionali, la qualità, la quantità, ecc,  passano decisamente in secondo piano. Il buon umore invece attiva nel soggetto una prospettiva temporale più ampia, che tiene conto anche e soprattutto degli effetti futuri di quello che mangeremo.

Bisogna in definitiva invertire il paradigma attuale che stressa il concetto della felicità come uno stato mentale necessariamente legato al controllo del cibo, peso e forme corporee. Il nuovo paradigma dovrebbe  essere: se sono sereno mangerò meglio, manterrò il mio peso naturale e accetterò le forme del mio corpo. (1 – continua)

Bibliografia essenziale

  1. Beck H “20 anni a La Pergola tra emozioni e gusto” Online News. Marzo 23 , 2014
  2. Gardner, Meryl P, Wansink B, Junyong K, Se-Bum Park “Better Moods for Better Eating?: How Mood Influences Food Choice,” Journal of Consumer Psychology, 2014
  3. Candace Pert “Molecole & Scelta” in Shift: alle frontiere della consapevolezza. 4, September-November, pp. 20-24, 2004
  4. Servan-Schreiber D“Guérir”. Edition Robert Laffont, Paris, 2003
  5. Mayer JD & al. “Model of emotionals intelligence” in Handbook of Intelligence, a cura di Steinberg, R.J., Cambridge University Press, Cambridge, 2000
  6. Goleman D “L’intelligence émotionnelle” Edition Robert Laffont, Paris, 1997
  7. Abramson E “Emotional Eating”. Jossey-Bass Inc.,U.S. 1998
  8. Lombardo C “Esperienza e regolazione delle emozioni nei disturbi dell’alimentazione” in “Il cibo delle dee. Il contributo del Pellicano Onlus per la cura dei disturbi alimentari” pp.57-66, Edizioni Aguaplano, 2014
  9. Gross JJ, Thompson RA “Emotional Regulation: Conceptual Faundations” In J.J. Gross (Ed.) Handbook of Emotional Regulation Guilford Press, New York, pp. 3-24. 2007
  10. Christensen H., Griffiths K., “The Mood Gym: Overcoming Depression”. Ed. Ebury Press. 2011
Medico, specialista in scienza dell’alimentazione, medicina preventiva e psicoterapia nutrizionale.

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