L’indagine mensile dell’istituto demoscopico SWG non poteva che avere come protagonista la scuola ora che riapre le porte per il nuovo anno scolastico.
D’altro canto, la scuola italiana mai come adesso è al centro dell’attenzione della politica e dell’opinione pubblica come ricorda la stessa analisi compiuta da SWG.
“La riforma del Governo -scrivono gli analisti SWG- ha iniziato a dispiegare i suoi effetti e le scelte impostate iniziano a concretizzarsi. Mentre gli androni e le aule si riempiono di studenti, i nuovi assunti s’insediano in cattedra e i presidi, con i loro nuovi poteri, iniziano a muovere i primi passi, le famiglie sono, come sempre, alle prese con il caro-libri e con spese di cancelleria e accessori che svuotano le tasche”.
“I mesi d’intense e accese discussioni -continuano- intorno alla riforma della scuola hanno riacceso i riflettori sul nostro sistema istruttivo. La sua immagine, da anni, è a dir poco opacizzata. Per il 63% dell’opinione pubblica il nostro modello scolastico, nel corso degli ultimi anni, è peggiorato a causa dell’intrecciarsi di molteplici fattori. Al vertice dei problemi c’è lo scarso collegamento tra scuola e mondo del lavoro (lo sostiene il 49% degli italiani). Seguono la mancanza cronica di fondi (32%), l’obsolescenza di attrezzature e edifici, la carenza di strumentazione digitale e la mancanza di collegamenti adsl (30%)”.
“Per un terzo degli italiani, inoltre -sono sempre gli analisti di SWG a evidenziare- a rendere fragile il nostro sistema è il permanere in cattedra d’insegnanti poco preparati e motivati; la mancanza di un reale, efficace ed equo sistema di valutazione di maestri e professori (26%), nonché il riproporsi di programmi scolastici vecchi, inadeguati e rigidi (26%). Completano il quadro di inefficienze: il permanere di carenze nel sistema dell’orientamento e la limitata attenzione ai servizi di sostegno per gli alunni in difficoltà. Se questa è la mappa delle criticità che aleggia tra gli italiani, in pochi vorrebbero sostituire il sistema scolastico pubblico con quello privato. Il 70% delle famiglie, infatti, si schiera nettamente per l’istruzione fondata sul sistema pubblico e quasi il 60% delle persone si dice disponibile a fare qualche sacrificio economico per progetti e interventi in grado di migliorare la qualità della scuola, dell’Università e dei centri di ricerca. Dietro questa disponibilità c’è un cambio di atteggiamento verso il sapere”.
“Alla fine del secolo scorso -proseguono nell’analisi dei dati emersi dalla rilevazione- la sbornia liberista (e il senso di facilità di ricchezza) aveva indotto diversi settori sociali del Paese a sminuire il valore del sapere. L’importanza e la funzione generativa dell’avere una cultura era stata soppiantata dall’equazione successodenaro, dal pensiero unico del rampantismo intraprendente , dall’idolatrazione del saper pratico. La crisi economica di questi anni e le repentine metamorfosi tecnologiche hanno mutato il quadro, riportando l’attenzione delle famiglie sulla funzione strategica del sapere (e del nostro sistema scolastico), sul ruolo della conoscenza come strumento indispensabile per affrontare la competizione nel lavoro e sul valore dell’innovazione per generare una nuova stagione di sviluppo e crescita del Paese. L’83% delle famiglie, infatti, ritiene indispensabile fornire ai propri figli un bagaglio di saperi e capacità per affrontare la contemporaneità”.
“Dalla scuola -affermano ancora- gli italiani si attendono uno scatto in avanti, un ruolo di coach, di allenatore dei giovani, capace di offrire un budget di competenze innovative e un set di attitudini per fare scelte e progetti concreti. Per questo, nell’opinione pubblica si è insediata l’esigenza di un’azione riformatrice permanente sulla scuola (e non interventi una tantum) in grado di allontanare dall’insegnamento i docenti inadeguati (85%); di aumentare la collaborazione tra scuola e impresa (85%); di sviluppare standard che premino gli insegnanti meritevoli e facilitino il ricambio generazione (80%); di un piano nazionale d’investimenti per innovare gli edifici e, soprattutto, le strumentazioni”.
“Quella cui aspirano gli italiani è una scuola avanguardia del Paese, capace di offrire ai giovani una cassetta degli attrezzi adeguata a cogliere e affrontare i cambiamenti in cui dovranno vivere e operare”.