scritto da Eugenio Ciancimino - 21 Settembre 2025 08:04

Sistemi di voto ed ammucchiate elettoralistiche

Al di là dei tecnicismi di sistema, restano i nodi delle convergenze programmatiche su interessi e vocazioni dell’Italia nel contesto europeo ed internazionale

foto Angelo Tortorella

Dare vita ad una coalizione per scalzare Giorgia Meloni da Palazzo Chigi è un obiettivo politico o politicante, secondo propri punti di vista, ma non è sufficiente per argomentare un progetto di governo. Si va incontro ad ammucchiate elettoralistiche destinate a sfaldarsi nei momenti decisionali delle scelte e delle opzioni nelle quali si sostanziano diversità di identità sociali e vocazioni politiche e culturali.

L’idea di procedere “testardamente uniti”, PD con 5S, AVS ed eventuali cespugli raccolti in corso d’opera, lanciata da Elly Schlein ha un senso se presa come sfida personale e di genere, ma poco congruente come messaggio di prospettiva. Ne può ricavare vantaggio quando dice, rivolta agli alleati del centrodestra, “non vi faremo il favore di dividerci” se resta in vigore l’attuale legge elettorale, il cosiddetto ”Rosatellum” di impostazione bipolare che nelle consultazioni del 2022 ha consentito al centrodestra di prevalere su gli altri due competitori, rispettivamente, rappresentati da M5S e PD ed alleati.

Lo stesso problema uguale e contrario è un busillis per i leader dell’attuale coalizione di governo: confermare il vantaggio sull’immagine della Premier Giorgia Meloni (salvo ripensamenti di bottega dei partner FdI, Lega, FI, ND) a fronte di una somma di distinguo sciorinati da Conte (5S) e Bonelli (Avs). Entrambi dichiaratisi di non essere alleati del PD ma di condividere un progetto: quello “di mandare a casa Meloni”, con la precisazione di Conte di rappresentare rispetto al PD “una forza diversa” e di “avere una vocazione diversa rispetto all’idea della Quercia con i cespugli”. Così anche Bonelli non si sente di essere “organico” al PD, nelle cui fila al Nazzareno c’è già guerriglia da parte di chi scalpita sulle uscite pubbliche della Segreteria Elly Schlein e si prospetta una resa dei conti dopo gli esiti delle consultazioni regionali.

Con queste credenziali non si costruisce una alternativa degna di una democrazia rappresentativa, ma un cartello utile per manovre parlamentari e di piazza, in atto ed in programma sul Referendum confermativo della riforma della giurisdizione giudiziaria interpretato come una sorta di plebiscito pro o contro il Governo di centrodestra, presieduto da Giorgia Meloni. Ma la realtà del confronto elettorale, più forte dei giochi politicanti, richiede in un sistema di voto bipolare una leadership riconoscibile ed autorevole. Sul punto con quale faccia “il cartello” dei progressisti del campo largo si propone agli elettori? Con quella di Giuseppe Conte, di Elly Schlein o di un “civico”, cosiddetto federatore? Si rimette alle primarie di coalizione o si rimanda al dopo voto la conta delle preferenze uscite dalle urne?

L’argomento non è prematuro rispetto alla scadenza della legislatura e non è di poco conto calibrare ed organizzare gli schieramenti contrapposti o alternativi. Se ne parla ed è un travaglio già in corso nelle segreterie delle forze politiche se la legislatura dovesse concludersi a giugno del 2027 anziché a settembre per evitare che la campagna elettorale si svolga ad agosto. Su quale sistema elettorale diverso dal “Rosatellum” circola l’ipotesi di una nuova legge di tipo proporzionale con premio per la coalizione che superi il 40% dei voti. In sostanza si garantirebbero più spazi per le rappresentanze ed il premio costringerebbe alle alleanze, ma si ritornerebbe alla Prima Repubblica se nessuna coalizione non tagliasse il traguardo della soglia prefissata. L’altro sistema evocato è il “Mattarellum” applicato nel 1993 e nel 1996 ed articolato su collegi uninominali e sulla riserva di una quota pari al 25% dei seggi da attribuire nel computo nazionale.

Al di là dei tecnicismi di sistema, restano i nodi delle convergenze programmatiche su interessi e vocazioni dell’Italia nel contesto europeo ed internazionale. Si tratta di visioni ed opzioni strategiche di civiltà e di valori, non compendiabili in un semplice “contratto di governo”, infelicemente già sperimentato ed articolato su singoli argomenti “condominiali”. Lasciamo che  il tempo e gli elettori facciano la loro parte.

 

 

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