Salerno, San Giovanni Bosco “salvatore di anime”: alla Dante Alighieri raccontato dal professor Marco Di Matteo
“Quello che importa è che i giovani non siano solo amati, ma che essi conoscano di essere amati”. E’ una delle frasi di San Giovanni Bosco, che Beatificato nel 1929 e canonizzato nel 1934, è stato dichiarato nel 1989 da Papa Giovanni Paolo il “padre e maestro della gioventù”.
A ricordare uno dei grandi “Santi sociali” dell’800 è stato il professor Marco Di Matteo, docente di italiano e latino al Liceo Scientifico “ Monsignor Bartolomeo Mangino” di Pagani, durante l’incontro ”San Giovanni Bosco e la cultura italiana dell’Ottocento”, organizzato nel Teatro delle “Suore Ancelle del Sacro Cuore” in Piazza Matteotti, dalla professoressa Pina Basile, Presidente del comitato salernitano della “Società Dante Alighieri”, che ha voluto inaugurare il nuovo anno sociale con San Giovanni Bosco.
“Ha dedicato la sua vita alla formazione dei giovani: Li ha indirizzati allo studio, al lavoro e alla vita cristiana. Fu il fondatore della congregazione dei salesiani, originata dall’oratorio”.
La professoressa Basile ha anche annunciato che dall’uno al tre dicembre anche a Salerno sarà celebrato il 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri con un Festival dedicato alle edizioni della Divina Commedia nei vari dialetti regionali: ” Arriveranno a Salerno declamatori da tutta Italia che reciteranno Dante nel loro dialetto”.
Tanti gli studenti del Liceo Scientifico da Vinci; dell’Istituto Alfano I e dell’Istituto Tecnico Focaccia che hanno ascoltato con interesse la Lectio Magistralis del professor Marco Di Matteo che si è soffermato a spiegare il “metodo preventivo nell’educazione” inventato da Don Bosco che lavorava per “la salvezza delle anime” dei giovani: ” Ragione, religione e amorevolezza erano i tre pilastri del sistema preventivo di Don Bosco, secondo il quale bisogna prevenire e non reprimere. Questo metodo prevede di vigilare sui giovani affinché non commettano mancanze: è inutile intervenire sui giovani quando già si sono fatti trascinare sulla china del vizio. E’ importante, invece, cercare di prevenire attraverso una costante vigilanza che non è una vigilanza di tipo poliziesco, ma è soprattutto un atteggiamento amorevole di attenzione e di ascolto dei giovani”.
Don Bosco dava molta importanza alla ricreazione: ” Era questo il momento in cui l’educatore poteva essere amico, perché invece quando insegnava, era maestro”. Il professore salernitano ha sottolineato l’attualità del pensiero di San Giovanni Bosco:” I giovani hanno bisogno di una guida che li richiami ai fondamenti di una autentica educazione cristiana: l’amore per la Santissima Eucarestia e la devozione alla Madonna che erano i due cardini su cui si reggeva la spiritualità e l’educazione di Don Bosco”. Di Matteo ha anche trattato uno degli aspetti poco conosciuti di San Giovanni Bosco: ” Quello di Apostolo della buona stampa: San Giovanni Bosco è stato autore di centinaia di opere ed è stato anche editore. Uno degli obiettivi della sua congregazione è stato anche quello della diffusione dei buoni libri, per contrastare sia le idee protestanti, sia le idee liberali ed anticattoliche che si stavano diffondendo nell’800, secolo delle rivoluzioni liberali e delle rivolte contro i governi legittimi che San Giovanni Bosco ha sempre difeso in quanto, richiamandosi al Vangelo, “ogni autorità viene da Dio”.
Di Matteo ha ricordato che una delle opere più diffuse di San Giovanni Bosco è stata “La storia d’Italia” nella quale ripercorre tutte le tappe della storia nazionale: ”Lui intravede un disegno provvidenziale nella storia che approccia in modo narrativo ed ideologico: cerca di vedere come nell’ambito della storia si afferma comunque la volontà di Dio”.