scritto da Redazione Ulisseonline - 04 Aprile 2015 08:57

Salerno, le tammorriate di Sergio Mari al Rotary Duomo

La musica dei corpi, quella  fatta di gesti, di sguardi, di suoni è quella espressa nel trascinante e coinvolgente  ballo  popolare Campano della “tammurriata”, detta anche “ballo sul tamburo”  perché  segue il ritmo del tamburo, la “tammorra”; e dalla” pizzica”, il sensuale ballo di coppia molto diffuso nel Salento.

A spiegare le differenze tra Tammurriata e Pizzica, al Grand Hotel Salerno,  con lo spettacolo “Vecchie voci e antiche storie: una tammurriata che va e una pizzica che viene”, è stato l’eclettico artista  salernitano Sergio Mari, durante la conviviale rotariana a lui dedicata dal Presidente del Rotary Club Salerno Duomo, il professor Canio Noce :”Siamo nel mese che il Rotary dedica all’alfabetizzazione. L’alfabeto è importante per  capire il linguaggio: la danza popolare  e la musica tradizionale sono anch’esse dei  linguaggi”.

Sergio Mari, molto conosciuto a Salerno per  i suoi trascorsi da calciatore: “Ho  giocato in tante squadre: per undici anni, non consecutivi, nella Cavese, anche quando stava in Serie B; poi  in Emilia Romagna; in  Sicilia, ad Agrigento;  a Fasano, all’Aquila. Come allenatori ho avuto Ventura del Torino, Benetti, Scoglio”.  Mari è conosciuto anche per  le sue poliedriche qualità artistiche: è scrittore e  amante dell’arte a trecentosessanta gradi:”Quando ho smesso di giocare a calcio, ho anche aperto una galleria d’arte nel Centro Storico, in Via Masuccio Salernitano”.

Da qualche anno si dedica al teatro e alla diffusione delle nostre  tradizioni popolari, soprattutto attraverso le danze che sono esse stesse un modo per conoscere se stessi e le proprie radici: ” Le spiego molto spesso ai turisti del Nord, durante le mie performance all’Hotel Cerere di Paestum, dove sono Capo Animatore”.

Sergio Mari ha spiegato,  come nasce il ballo popolare, la differenza tra la tammurriata e la pizzica  e i passi che caratterizzano questi due  balli popolari.  “La tammurriata è una danza antica che risale all’epoca greco-romana, molto diffusa in Campania soprattutto  nell’agro nocerino-sarnese.  Ha un  ritmo binario che nasce dalla gestualità contadina nel lavoro dei campi, come quello di setacciare i campi”. Mari ha spiegato che tra i due balli ci sono  varianti nella gestualità e nelle posture:” La tammurriata è più una danza da corteggiamento,  attraverso un gioco di sguardi avviene la ricerca del partner,   mentre la pizzica che ha un ritmo ternario, è una danza da combattimento:serviva per respingere  i mori che arrivavano dal mare. Entrambi sono balli sensuali anche se nella tammurriata comanda l’uomo, mentre nella pizzica è la donna a condurre il gioco di seduzione”. Mari ha anche ricordato la tammurriata della Madonna dell’Avvocata “E’eseguita solo con le tammorre” e quella cilentana.

“Uno degli aspetti più affascinanti di queste danze, cariche di significati simbolici, risiede nella loro capacità di valorizzare al tempo stesso l’individualità e la dimensione collettiva”.  Con Anna e Katia, Sergio Mari , che  ha anche recitato la divertente scena del rosario che comprende il brano “Uno, doje e tre”, tratto da  ” La Gatta Cenerentola” di Roberto De Simone, ha coinvolto a danzare  i soci presenti, spiegando loro i passi e le dinamiche delle danze,  creando una gioiosa atmosfera di festa  scandita dal ritmato schioccare delle tradizionali castagnette.

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