scritto da Redazione Ulisseonline - 13 Giugno 2015 08:36

Salerno, la statua di sant’Antonio da Padova conservata nel Duomo restaurata grazie all’Inner Wheel Salerno phf

Nel giorno antecedente la festa di Sant’Antonio da Padova, la statua lignea policroma del Santo, oggetto di grande devozione, restaurata grazie al Club Inner Wheel Salerno PHF , presieduto dall’avvocato Valeria Romanelli  D’Aniello, dopo circa  tre mesi è stata ricollocata  nella Cappella  della Congrega di San Giuseppe, nella navata sinistra del Duomo.

Il restauro  che  è stato eseguito dai restauratori Cristina De Vita e Carlo Pagano,  diretto dalla dottoressa Rosanna Romano, funzionaria della soprintendenza B.S.A.E. di Salerno, è  consistito nel ripulire  e riconsolidare la statua, alta 170 centimetri circa, liberandola anche  dai tarli che l’avevano attaccata.

“Erano presenti insetti xilofagi che abbiamo eliminato  eseguendo una disinfestazione con liquidi antitarlo ecologico” – ha spiegato Cristina De Vita –  ” Il  manto del Santo   era annerito  dal fumo delle candele e da accumuli di polvere che abbiamo asportato. Anche il cordone in legno è stato ripulito. Abbiamo effettuato anche un trattamento di protezione generale, con vernice specifica,  che preserva la statua  dalla polvere a dall’annerimento”. Anche il basamento rettangolare è stato restaurato: “Sono state rimesse le foglie  d’oro  che sono state messe anche sulle pagine del testo sacro che sorregge il bambinello”.

La restauratrice ha anche precisato che la testa e la   mano destra   del Santo sono di epoca diversa rispetto al corpo che è degli inizi del ‘900: ” Presumiamo  che siano ottocentesche. Purtroppo non si conosce il nome dell’autore della statua”.

Sono state ricostruite anche  alcune dita delle due  mani e sono state imperniate alcune parti del legno per la presenza di una grossa fessurazione. Il Bambinello, sorretto da un testo sacro, invece non è stato restaurato:”Non c’è stato bisogno di restaurarlo in quanto è abbastanza recente: alcuni anni fa, infatti, è stato rubato quello originale. Anche il giglio non è  quello originale”.

A proposito del giglio, la Presidente Valeria  Romanelli ha  proposto alle socie e alla Presidente Incoming, la professoressa Marisa Parisi,  responsabile del progetto di restauro di Sant’Antonio, di far realizzare da un artigiano, nel prossimo anno sociale, un giglio in legno. La Presidente Romanelli  ha ricordato che il progetto di restauro è stato sviluppato di intesa con l’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali della Curia Arcivescovile, diretto da Don Antonio Pisani,  con il Parroco Don Antonio Quaranta,  e con il Funzionario Delegato della Soprintendenza, la  dottoressa Rosanna Romano e che la scelta di restaurare la statua di sant’Antonio è stata soltanto emozionale: “E’ una statua alla quale sono particolarmente legata  e che mi suscita forti emozioni”.

Il progetto di restauro rientra nell’ambito delle tante iniziative che il Club mette in campo per diffondere la cultura e per valorizzare le opere d’arte del nostro territorio:” In quest’ottica – ha precisato la Presidente – – negli anni scorsi, abbiamo restaurato i busti argentei di Sant’Ante e di San  Gregorio VII, che vengono portati in processione; i dipinti su tela di “San Biagio Vescovo” e “San Francesco Di Paola”, collocati nella Chiesa dell’Annunziata, e il pavimento della Chiesa di “Santa Trofimena” in Piazza Matteo D’Aiello  “.

Come ricordato dalla Past Governatrice, Maria Andria Pietrofeso, nell’anno sociale 1991-92,  con la Presidente Ada Masulli Scalzilli, venne restaurata, nella Cappella di San Gennaro,  nella navata destra del Duomo, anche la tela del  “San Gennaro” di Solimene. Don Antonio Quaranta  ha celebrato poi  una Santa Messa in suffragio delle socie  Innerine che non ci sono più.

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