Salerno, il Sud che era e che sarà raccontato da Marco Demarco al Rotary Club
“Possiamo guardare al Sud con un certo ottimismo perché, superata la fase in cui abbiamo toccato il fondo, possiamo lentamente cominciare a ricostruire. E’ cambiato tutto. E’ cambiato il Sud e il mondo intorno a noi. Si aprono delle opportunità straordinarie! Se riusciremo a non perdere il treno della modernizzazione, delle grandi connessioni globali, nei prossimi anni riusciremo a venire a capo del divario Nord – Sud che viviamo da 150 anni”. Secondo il dottor Demarco non bisogna assolutamente sbagliare le prossime mosse:” Bisogna scegliere politiche giuste, adeguate ai tempi, non sprecare le risorse, concentrarsi su pochi vettori e andare con decisone nelle direzioni scelte. Non bisogna perdere tempo in discussioni, ma una volta deciso si deve andare avanti”.
A spiegare le opportunità che si presentano per il Sud, è stato Marco Demarco, giornalista e scrittore, editorialista di punta del Corriere della Sera, già direttore del “Corriere del Mezzogiorno” che è stato invitato alla conviviale rotariana a lui dedicata, organizzata, al Grand Hotel Salerno, dal Presidente del Club Rotary Salerno, il dottor Mario Petraglia, per parlare del “Il Sud che era, il Sud che sarà”. Il Presidente Petraglia, ha introdotto la relazione del noto giornalista napoletano, proiettando un video, da lui stesso realizzato, dove, si raccontavano le opere realizzate al Sud dalla “Cassa del Mezzogiorno” e di come, purtroppo ancora oggi, molti giovani del Sud sono costretti ad andare in Germania per poter lavorare.
Dopo la lettura del ricco curriculum vitae del noto giornalista, ad opera del socio rotariano Pino Blasi, Demarco, ha ricordato che, per la prima volta, in base a valutazioni SVIMEZ, nel 2015 il Pil è cresciuto nel Mezzogiorno dell’1%:” Dopo sette anni, anche il Sud sta uscendo dalla recessione, iniziando la ripresa. Nel 2016 abbiamo raggiunto una crescita dello 0,5% e si prevede una crescita dello 0,9% nel 2017”. Demarco ha precisato che però la crescita è troppo lenta: ” Per ritornare al 2007, cioè prima della crisi, ci vorranno 14 anni, supponendo una crescita annua dell’1%”. Ottimisticamente Demarco ha ipotizzato la possibilità che il Sud possa crescere anche più del Nord:” E’ già successo: tra il 1951 e il 1973 il Sud era cresciuto più del Nord. Era il periodo del boom economico, dei grandi investimenti pubblici, della “Cassa per il Mezzogiorno. La storia ci dice che il Sud può crescere, soprattutto con i grandi investimenti pubblici, e che non è destinato al declino”.
Demarco ha spiegato che per la prima volta nella storia del Sud è finito un periodo di determinismo assoluto:” Riusciamo a vedere un orizzonte in cui non c’è più alcuna forma di determinismo che ci costringa ad un destino già scritto. La modernità, le nuove tecnologie, le nuove connessioni, ci consentono di liberarci dalle gabbie mentali”.
De Marco ha spiegato che molti dei pregiudizi antimeridionali sono nati al Sud e non, come si potrebbe pensare, al Nord, e concluso simpaticamente il suo intervento ricordando un aneddoto che spesso racconta l’attore napoletano Alessandro Siani: ”Papà, dove si trova la Tour Eiffel?” chiede il piccolo Alessandro Siani, mentre sta facendo i compiti delle scuole elementari, al padre un po’ ignorante che risponde seccato: ”Domanda a màmmeta, è essa ca leva ‘e cose da mezzo”. Nonostante questo padre “non molto colto” – ha spiegato Demarco – Alessandro Siani, è diventato uno dei più stimati attori comici italiani. Questa è la dimostrazione che le condizioni fissate dal contesto sociale, non determinano i sentimenti e i comportamenti. L’errore maggiore che possiamo fare è quello di accreditare l’idea che il nostro destino sia segnato e che nulla possa cambiarlo. L’unica secessione che dobbiamo coltivare è la secessione dal nostro cattivo destino. Dobbiamo utilizzare la politica per liberarci da un destino che non è affatto scritto, ma che dobbiamo ancora scrivere”.