scritto da Redazione Ulisseonline - 09 Aprile 2016 08:49

Salerno, il dottor Giovanni D’Angelo al Rotary Club Duomo

“L’Italia è al quarto posto nei Paesi Ocse per aspettativa di vita alla nascita con 82,8 anni. Meglio di noi Svizzera (82,9), Spagna (83,2) e Giappone (83,4). Nel nostro Paese, però, l’aspettativa di vita in buona salute all’età di 65 anni è tra le più basse. Il nostro Paese rimane arretrato, rispetto ad altri, sull’assistenza agli anziani e la prevenzione delle malattie non trasmissibili. I tassi di sovrappeso e obesità tra i bambini sono tra i più alti al mondo e tra i giovani il consumo di alcol a rischio sta aumentando”.

A presentare questi dati, non certo rosei per il nostro Paese, è stato il dottor Giovanni D’Angelo, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale di Eboli  e Vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Salerno, che,  durante l’incontro: “La medicina alla frontiera della rivoluzione umana”, organizzato al Grand Hotel Salerno dal Presidente del Club Rotary Salerno Duomo, il dottor Pacifico Marinato, ha  spiegato i grandi cambiamenti che si stanno verificando nel mondo della medicina: “Soprattutto nell’approccio tra paziente e medico. Oggi la medicina è cambiata totalmente, sia perché è cambiato il paziente, sia perché è cambiato il medico, sia perché è cambiato il sistema. Occorre creare un coordinamento di questi tre elementi.  Con la “medicina integrata” si sta cercando di mettere in rete il sistema sanitario: attraverso la forma di assistenza; il paziente, con i suoi problemi; e il medico, con i suoi atteggiamenti. Bisogna porsi in un nuovo modo rispetto alla cura del paziente. Si deve soprattutto recuperare un rapporto di fiducia tra il medico e il paziente, improntato al rispetto della dignità del malato. Un rapporto che non sia freddo e legato a tempi contingentati, come ormai sta accadendo nell’esercizio della professione medica. Dobbiamo tornare a una visione olistica della medicina. Il medico deve recuperare la sua autorevolezza, dal punto di vista professionale, e mostrare al malato il volto migliore di quello che è il  medico che deve prendersi cura del paziente La nuova medicina integrata dovrà restituire al medico il suo ruolo di terapeuta”.

Il dottor D’Angelo ha spiegato anche il significato di “pensiero sistemico”: “E’ una visione sistemica unitaria che include e integra la dimensione biologica, cognitiva, sociale ed ecologica della vita in una visione unificata della vita, necessaria per affrontare la crisi ecologica globale e proteggere così la continuazione della vita sulla Terra. La concezione del corpo umano come macchina e della mente come un’entità separata viene sostituita da un’idea che vede non solo il cervello, ma anche ogni cellula come un sistema cognitivo vivente”.

Il dottor D’Angelo ha spiegato che, secondo la visione sistemica della vita, ammalarsi significa uscire fuori da un equilibrio  e quindi per guarire bisogna ritornare a quell’equilibrio: “Vi è  una capacità intrinseca negli organismi viventi a ristabilire da sé lo stato di equilibrio, quando è stato alterato. Un esempio è dato dagli effetti dei cambiamenti nello stile di vita di una persona malata, che possono determinare un livello di salute persino maggiore rispetto a quello di partenza.  Come individui dobbiamo sentire la responsabilità di tenere in equilibrio il nostro organismo La responsabilità individuale deve essere però “accompagnata” da quella sociale”.

Il Presidente del Club rotariano, Pacifico Marinato, dopo aver letto il ricco curriculum del dottor Giovanni D’Angelo, ha ricordato che il mese di Aprile è dedicato, dal Rotary International, alla salute materna e infantile e che tra gli obiettivi del Rotary c’è quello di contribuire alla riduzione delle mortalità e migliorare le condizioni di salute fornendo vaccinazioni e antibiotici per i bambini: ” A livello Distrettuale i Club promuovono diversi progetti che riguardano la salute in generale e materna ed infantile, in particolare”.

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