“Sul lato sinistro della porta bronzea del Duomo normanno di Salerno, sulla pietra, sono scolpiti alcuni versi di Gabriele D’Annunzio, tratti dal libro di poesie, Merope, considerato il quarto volume delle Laudi, nei quali il Vate dà il senso della nostra città che, per l’interferenza longobarda, è sempre stata una città femminile: una città in cui le donne hanno ricoperto sempre un ruolo più avanzato rispetto ad alti luoghi d’Italia “.
A ricordare i versi di D’Annunzio dedicati a Salerno, è stato il professor Francesco D’Episcopo, docente di Letteratura italiana e Critica letteraria all’Università Federico II di Napoli, durante la conviviale organizzata in suo onore, all’Hotel Dei Principati di Baronissi, dall’avvocato Giancarla Sellitto, Presidente del Club Rotary Salerno Nord dei Due Principati, in interclub con il Club Rotary Salerno, presieduto dall’avvocato Nunzio Di Filippo, e con il Club Rotary Nocera – Sarno, presieduto dalla professoressa Anna Maria Ieraci.
D’Episcopo ha raccontato anche che l’allora vescovo di Salerno aveva chiesto a D’Annunzio un Inno a Maria, così come ha approfondito l’intensa stagione napoletana di D’Annunzio (1891-1893), che approda a Napoli quando aveva circa trent’anni. Il professor D’Episcopo ha analizzato le appassionate lettere scritte all’amante romana Barbara Leoni e alcuni articoli scritti dal Vate per “Il Mattino”: “Fu un grande giornalista che con superba leggerezza raccontò di se stesso, delle sue molte passioni, del rapporto, intimo e intenso, che egli instaurò tra Arte e Vita”.
Episcopo ha raccontato anche che a Napoli, D’Annunzio scrisse uno dei suoi capolavori, “L’Innocente”, così come della nascita del famoso sonetto in dialetto napoletano di D’Annunzio, ‘A Vucchella: “Scritta non sul marmo del tavolino del Caffè Gambrinus, ma nella redazione del giornale “Il Mattino”, da poco fondato (1892), dalla coppia Eduardo Scarfoglio – Matilde Serao. Pubblicata sul quotidiano napoletano il 7 settembre del 1903, fu poi musicata dal compositore abruzzese Francesco Paolo Tosti e affidata al successo internazionale da Enrico Caruso“.
Il professor D’Episcopo ha anche raccontato dei due processi napoletani che videro protagonista D’Annunzio: “Nel 1893, egli viene accusato di adulterio con la sua nuova amante “ufficiale”, (da lei avrà due figli), la contessa Maria Gravina, dal marito, il conte Ferdinando Anguissola, ufficiale di artiglieria. La condanna fu a danno della coppia fedifraga: cinque mesi di reclusione, condonata per effetto del sovrano indulto. Una seconda causa, che D’Annunzio perse ugualmente, fu quella per plagio contro Eduardo Scarpetta che aveva messo in scena, al teatro Mercadante di Napoli, una parodia della sua opera “La figlia di Jorio”, trasformata ne “Il figlio di Jorio”.
Dopo la relazione del professor D’Episcopo, che ha anche ricordato che D’Annunzio creò all’epoca una linea di abbigliamento intimo per donna, il Past President del Club , l’avvocato Enrico Siniscalchi, ha reso omaggio a D’Annunzio cantando proprio il suo famoso sonetto in dialetto napoletano, ‘A Vucchella, accompagnandosi con la sua chitarra.
Durante la serata, alla quale hanno presenziato le assistenti del Governatore Brunella Battipaglia e Daniela Grimaldi, e l’onorevole Alfonso Andria, è stato presentato dal socio Antonio Villari un nuovo socio del Club Rotary Nord Due Principati, il dottor Carmelo Orsi, biologo nutrizionista, che ha ricevuto lo spillino dalla Presidente Giancarla Sellitto.