“Il Crescent”, è il titolo dell’opera realizzata, in acrilico su tela, dalla pittrice salernitana Giovanna Orilia, che apre la mostra “La luce dell’ombra” che è ancora possibile ammirare al Centro Sociale di Salerno dove è stata inaugurata dall’assessore Nino Savastano, dal professor Luigi Crescibene, noto critico d’arte, e dal professor Carmelo Currò, storico salernitano.
Il quadro di grandi dimensioni, (180 x 200) che sicuramente sarà apprezzato dal Governatore Vincenzo De Luca, raffigura la discussa opera dell’architetto Riccardo Bofill che emerge dal centro storico, incorniciato dal verde lussureggiante delle colline salernitane.
“Ho voluto unire la Salerno antica con quella moderna. Ho dipinto il Crescent con le vetrate, nelle quali si riflette il mare, e anche un mappamondo a indicare che quella che sarà chiamata “Piazza della Libertà”, sarà anche il simbolo della libertà del mondo”. L’opera, è stata ammirata dal numeroso pubblico che ha partecipato all’inaugurazione della personale di Giovanna Orilia, che è stata presentata dalla giovanissima Stefania Consiglio, presso la “Sala della Musica” del Centro Sociale di Via Cantarella nella Zona Orientale.
La pittrice salernitana, vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti per la sua creatività e il suo realismo, dipinge sin da bambina: ”Ho sempre avuto questo amore per l’arte. Mi è sempre piaciuto disegnare”; poi si è iscritta all’Istituto D’Arte Filiberto Menna dove ha appreso le tecniche pittoriche che ha approfondito nel tempo. Per alcuni anni ha lasciato tele e pennelli per dedicarsi al suo lavoro, ma non ce l’ha fatta a restare lontano a lungo da quello che lei considera il suo mondo: è rinato l’impulso creativo.
Nei titoli delle sue opere Giovanna racchiude la sua poesia che declina attraverso le sue pennellate sicure sulla tela dove le parole non servono: a parlare sono le immagini, i colori, come nel quadro “Udendo il mare” dove una ragazza accosta una conchiglia al suo orecchio per ascoltare il suono rilassante del mare.
“I miei quadri nascono da immagini che si compongono nella mia mente, all’improvviso” ha spiegato Giovanna Orilia che non s’ispira a nessun artista in particolare anche se: “ Mi piace molto Van Gogh, con i suoi colori puri, intensi, ma anche Salvator Dalì”.
Sicuramente un po’ di Van Gogh lo troviamo nel suo quadro intitolato “La Galassia” nel quale protagoniste sono delle spirali ascendenti, avvolgenti, che richiamano quelle di uno dei più bei quadri dell’espressionista olandese: “Notte stellata”. Ogni quadro racconta una storia diversa. In ognuno Giovanna racconta la vita, quella che lei vede, filtrata attraverso la sua sensibilità artistica. “Gli opposti”, “Visione”, “Omaggio alla pittura”, “Bivio”, “L’attesa”, “La gabbia”, “Il Bene e il Male”, “Trapasso di energia e di amore”, che raffigura un cuore che emana ed accoglie energia: ”E’ l’energia che mi attraversa quando dipingo”; “Incanto”;”Volti”, un piccolo bozzetto disegnato a penna e colorato a pastello con i volti delle figlie Chiara e Rosa; “Tenerezza”, sono solo alcuni dei titoli delle trenta opere esposte nella mostra che raccontano il percorso artistico di Giovanna Orilia che è sostenuta ed incoraggiata dal marito, Mario Caracciolo.
I colori sono i veri protagonisti delle sue opere: “Mi aiutano a lanciare un messaggio di speranza. In questo periodo un po’ buio, intravedere la luce, attraverso la luminosità dei miei colori, significa colorare la vita. Questi quadri emozionano innanzitutto me e sono sicura che se riescono a farmi stare bene riusciranno ad emozionare e a far star bene anche chi si sofferma a guardarli”.
Giovanna che nei suoi quadri trasmette tranquillità e serenità, tratta anche tematiche sociali come nel quadro “ Solidarietà”, dove il fenomeno dell’immigrazione viene rappresentato attraverso due mani che afferrano altre due mani, quelle di un uomo di colore, disperato, in cerca di aiuto.
Fiori, prati, farfalle, uccellini, cieli azzurri, nuvole eteree, sono dipinti con amore e passione da Giovanna nei suoi quadri realizzati con la tempera, o in acrilico su tela o a olio, ma anche con la tecnica dell’acquerello, come il bellissimo “Avversità e spensieratezza” dove è raffigurata una stupenda gazza ladra. Quadri che, come ha scritto il professor Luigi Crescibene nella brochure della mostra, “Creano un angolo di mondo inondato di quiete, un’isola di fervore e silenzio ove è bello sostare tra incanti, malie, tremori, brividi e sospiri. Nella pace abbagliante dell’ombra”.