Salerno, “Gli sguardi della fede”: la mostra del pittore Mario Carotenuto dedicata a Don Giovanni Toriello
Si potrà visitare fino al 10 settembre la mostra “Gli sguardi della fede” che il pittore salernitano, Mario Carotenuto, ha voluto dedicare all’indimenticabile parroco della Cattedrale, Don Giovanni Toriello, a venticinque anni dalla sua scomparsa.
Venti le opere esposte nel “Portico Alfano I” del Palazzo Arcivescovile di Salerno: la prima, che affascina tutti per la sua bellezza, è ” La tela dell’azzurro e del nero” che Carotenuto ha dedicato a don Giovanni Toriello, nel 1986.
“Ho raffigurato questa straordinaria figura di sacerdote insieme alla Madonna, a cui era particolarmente devoto, con un Bambino biondo in braccio che ha nella manina un limone. A separarli, una pioggia di campanule viola e un candelabro. Ho immaginato Don Toriello come un religioso al di fuori del tempo”.
Don Giovanni che è stato Parroco del Duomo dal 1966 al 1990, era amico del Maestro Carotenuto.
“Era una persona affettuosa. Quando passava in Via San Benedetto, dove ho il mio studio, bussava per chiedermi come stavo. Aveva un interesse fraterno, amichevole, cristiano per le persone. Era il prete della gente! ”.
La mostra, curata dallo scenografo Franco Silvestri e allestita dalla “Bottega San Lazzaro” di Peppe Natella, continua con studi di figure che sono servite all’artista, originario di Tramonti, per realizzare un grande quadro religioso che raffigura la processione del Venerdì Santo a Minori, con i Battenti, e che oggi è possibile ammirare nella sede della Congrega del Santissimo Sacramento di Minori.
A concludere la mostra la sagoma in legno raffigurante Don Giovanni Toriello: quella che durante tutto l’anno è esposta nel “Presepe Dipinto di Carotenuto”, realizzato nel 1982 dall’artista salernitano, nato da un’idea del professor Giuseppe Natella e della moglie Adriana, accolta con grande entusiasmo da don Giovanni e da Monsignor Pollio, Vescovo di Salerno, che diedero il permesso di realizzare l’opera all’interno della Sala San Lazzaro.
La mostra è stata inaugurata il 22 agosto, in occasione della consegna del “Premio Perrotta 2015”, al Maestro Carotenuto, durante una delle serate più belle della trentesima edizione della rassegna teatrale “Il Teatro dei Barbuti”, che ha visto esibirsi, in un meraviglioso concerto, l’artista napoletano Peppe Barra con il suo “Omaggio a Salerno”.
Al Maestro Carotenuto, che festeggiava il suo novantaquattresimo compleanno, fu consegnata, dall’Assessore Ermanno Guerra, la bellissima scultura realizzata dall’artista salernitano Nello Ferrigno, “IL Longobardo”.
Tanti i quadri dipinti dal Maestro Carotenuto, a uno è particolarmente legato: ” Il ritratto di mia madre, conservato nella Pinacoteca Provinciale. L’ho dipinto a 19 anni, quando lei ne aveva 41”.
Carotenuto ha sempre dipinto, sin da quando era bambino: “Dopo aver frequentato il glorioso Ginnasio di Nocera Inferiore sono venuto a Salerno dove mi sono diplomato in “Maturità Artistica”. Ho cominciato a fare il professore di Disegno. Prima in Provincia: Padula, Laurino, poi a Salerno, alla Scuola Media Pirro”.
Avvicinatosi al mondo dello spettacolo grazie al professor Natella, ha cominciato, già dalla prima edizione del 1983, a disegnare le scenografie degli spettacoli teatrali della rassegna del “Teatro dei Barbuti”. Fondamentale l’amicizia, nata proprio in occasione di alcuni spettacoli, con Peppe e Concetta Barra: “Mi consentirono di entrare nel mondo del teatro napoletano. Ho dipinto anche la scenografia dell’opera “La Cantata dei Pastori”.
Tra i personaggi dipinti nel Presepe di Carotenuto vi è anche l’attuale Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che indossa la fascia di Sindaco di Salerno: ”Ho una grande amicizia con De Luca che è una persona perbene e comprensiva. Non ci vediamo da parecchio”.
Carotenuto è stato amico di Alfonso Gatto: “Veniva spesso al mio studio. Quando tornava a Salerno, da Milano, mi faceva vedere i suoi disegni ad acquerello. Passavamo mattinate intere a parlare di cultura e arte”, e del Maestro Paolo Signorino: “E’ stato un amico fraterno. Era una persona per la quale l’amicizia era sacra. Non ci vedevamo da parecchio tempo e negli ultimi anni della sua vita si era molto avvicinato a me. Come se avesse sentito che c’era un addio nell’aria”.
Carotenuto predilige l’uso dell’acrilico su tela, “Asciuga subito. Si può facilmente apportare qualche correzione al dipinto”, e i colori della Costiera, “Quelli della mia terra”. La mitica “farfalla” di Carotenuto è nata per caso: “Quando facevo l’insegnante a Padula, raccoglievo a terra delle farfalle morte che portavo allo studio. Ho cominciato a dipingerle, facendole tornare a volare nei miei quadri”. E’ soddisfatto della sua vita: “Non ho grandi rimpianti” e da pittore di grande esperienza ha voluto dare un consiglio ai giovani che si avvicinano al mondo della pittura: “Consiglio di approfondire lo studio del vero. Se non si ha dimestichezza con l’anatomia, con il disegno, non si riesce a fare niente bene”.
Il suo sogno era di diventare un grande scrittore,”Ogni tanto scrivo delle cose per me”, ma invece è diventato un grande pittore realista che, con le sue pennellate, dipinge, con sentimento e passione, le parole della vita.