scritto da Francesca D'Arienzo - 08 Agosto 2020 12:36

MODA & TENDENZE La tradizione del commercio a Cava de’ Tirreni: dalle origini ai giorni nostri

Cava de’ Tirreni è una città ricca di tradizione e la sua storia commerciale è sempre stata al centro della sua notorietà.

La posizione geografica, al centro tra la Costa d’Amalfi e l’Agro Nocerino, e la conformazione territoriale, adagiata nella Valle Metelliana permettono, nel XVI secolo, l’insediamento a Cava delle prime botteghe manifatturiere e tessili che diedero inizio ad una produzione proficua.

È già, però, nei secoli precedenti che inizia a svilupparsi il Borgo Scacciaventi, primo esempio di centro commerciale “naturale”, caratterizzato dai famosi portici e dai palazzi storici in pietra.

Il massimo sviluppo da parte dei cavesi nella loro arte mercantile, come ci narra Domenico Apicella nel Sommario Storico-Illustrativo della Città della Cava, raggiunse il suo fulgore nei secoli XV e XVI, i quali restano i più luminosi di tutta la storia della “Città de la Cava”. In quest’epoca, infatti, la vallata divenne un polo di produzione di manufatti di metallo, di legno, di cotone, di lana e di seta. I prodotti tessili erano i più rinomati tanto che, ancora prima della seconda guerra mondiale, a Milano si leggevano delle insegne con la scritta “Tele della Cava”.

La presenza della famosa Abbazia Benedettina ha favorito, nel corso degli anni, lo scambio culturale con altri territori. I cavesi, sia per loro antica tradizione che per aver seguito i monaci benedettini, erano diventati esperti conoscitori di paesi lontani dai quali importavano le materie prime, come la lana e il cotone provenienti dalla Basilicata.

Si racconta che molto famose erano le cinture con le fasce di seta, trapunte di fili d’oro e d’argento, con nastri multicolore finemente tessuti. Non mancavano, comunque, le altre industrie primarie che si addicevano ad una città industriale tra le prime d’Italia: gli armieri, i ramari, i sellari, i calzolai e così via.

La clientela era cospicua ed i rapporti commerciali con le altre città si espandevano sempre più. Molti forestieri scelsero proprio Cava come luogo in cui svolgere la loro attività, fino a farla diventare un vero e proprio polo industriale e commerciale.

L’arte della ceramica, invece, ha origini molto antiche. Con la famiglia dei “mastri riggiolari” Massa, composta trai tre fratelli Giuseppe, Donato e Gaetano, molto probabilmente si raggiunse il massimo splendore. Nel 1740 portarono a termine il famoso rivestimento del Chiostro di S. Chiara a Napoli costituito da “tittoli di riggiole”, ovvero le parti decorate di forma curva, così come la realizzazione sempre nella capitale partenopea di altre pavimentazioni in siti di prestigio. In particolare, a Donato si devono gli elementi plastici della fontana “rocaille” e le grandi sfere in maiolica, così come i porta vasi maiolicati.

Nel 1919, si ricorda che un ex ufficiale austriacodel R. E. italiano impiantò una fornace in località Fontana Limite, a metà strada tra Vietri e Raito, ed incominciò a produrre i primi manufatti artistici di ceramica, nella tipica forma vietrese oggi diffusa in tutto il mondo.

Avvicinandoci pian piano ai giorni nostri, dalle botteghe si è passati agli attuali negozi, che ancora oggi possiamo trovare sparsi soprattutto sul corso principale della città, cuore del centro storico.

L’evoluzione del commercio è frutto anche della legislazione dei primi anni del ‘900 che considerava i commercianti come dei “professionisti” del settore merceologico al quale si sarebbero dedicati. L’iscrizione nell’apposito registro camerale era, infatti, subordinata al superamento di un vero e proprio esame su materie di interesse diffuso ma anche specifico, attinenti alle caratteristiche delle merci che avrebbero venduto.

La pianificazione commerciale imponeva, inoltre, che i punti vendita dello stesso genere di prodotti dovessero avere una certa distanza tra di loro. Ecco, quindi che, nel corso di quegli anni,sono sorti negozi di abbigliamento e di calzature, gioiellerie, cartolerie, pasticcerie, alimentari, bar e ristoranti i cui titolari non erano semplici venditori di merce, ma sapienti interpreti del loro lavoro.

Caratteristica principale che accomuna alcuni degli store sorti negli anni è sempre la tradizione che si trasmette da generazione a generazione.

Tra gli storici negozi di abbigliamento vi erano le Botteghe Modiste, specializzate in abiti e cappelli su misura come Torre abbigliamento e Sammarco. Tra i più longevi che troviamo ancora oggi vi è Virno, che, dal 1864 ed al civico 289, fonda l’omonima ditta specializzata nella vendita al dettaglio di tessuti per uomo di grande prestigio. E la famiglia Passaro che inizia la sua attività nel commercio di stoffe e tessuti nella seconda metà del 1800 che, negli anni ’50, fonda la sartoria enegli anni ’90, grazie all’eredità raccolta da Pinella, inaugura uno dei primi Atelier da sposa, oggi tra i più rinomati d’Italia.

Tra le gioiellerie storiche invece vi erano Palmieri, De Bonis fondata nel 1875 da Alfonso De Bonis e che ancora oggi rappresenta un punto di riferimentoper la città e Di Mauro, fondata nel 1852, che trasmette la sua tradizione orafa da padre in figlio.

Tra le profumerie ed articoli da regalo che hanno lasciato un dolce ricordo vi erano La Fiorente e D’Andria.

Anche nell’ambito delle calzature la tradizione è la regola: Carotenuto dal 1933 al 2012 e Santoriello Calzature che, dal 1955 si tramanda da Mimì e sua moglie al figlio Ciro.

Non da meno, in questo campo, è la storia di Esposito Calzature, fondata nel lontano 1918 da Antonio Esposito che fu tra i primi a dedicarsi alla produzione di scarpe. Artigianalità e il “su misura” sono state le basi su cui si è sviluppata l’attività che negli anni è stata ereditata. Anche Ardito Calzature vanta di una produzione artigianale che si tramanda da ben tre generazioni. Nel lontano 1926 nasce come piccolo laboratorio cittadino ed oggi è una moderna azienda in cui la realizzazione a mano è tuttora il suo punto di forza.

Non dimentichiamo anche le storiche pasticcerie, alimentari, panettieri e pastifici che hanno fatto di Cava un luogo dove tradizione e buon gusto fossero di casa. La storia dolciaria, in particolare, è tra quelle più apprezzate. Tra le tante pasticcerie ricordiamo le storiche Civale,A vallone, Sorrentino e Armenante, simboli della Cava degli anni del dopoguerra ma anche Sandro Vietri che, dal 1930, ha coniugato l’antica tradizione cavese all’innovazione che ancora oggi continua.

È, quindi, senza dubbio possibile definire Cava dei Tirreni una città simbolo del commercio che unisce storia e tradizione.

(le ultime due foto riprodotte nel servizio sono scatti di Gaetano Guida dell’Archivio dell’AAST di Cava de’ Tirreni sugli antichi mestieri e tradizioni locali)

Laureata triennale in "Scienze della comunicazione", prosegue gli studi con la specialistica in "Media, comunicazione digitale e giornalismo". Da sempre appassionata di scrittura e di moda decide di frequentare il Master in "Luxury, Fashion & Retail Management" presso la Business School del Sole 24 Ore, per poter approfondire le dinamiche che si celano dietro questo mondo. Collabora anche con altre testate giornalistiche, occupandosi sempre della sezione di moda.

2 risposte a “MODA & TENDENZE La tradizione del commercio a Cava de’ Tirreni: dalle origini ai giorni nostri”

  1. Una palese dimenticanza in quest’articolo è la mancata citazione della produzione e del commercio delle corde a Cava de’ Tirreni. Dagli inizi del secolo scorso e tutt’ora, soprattutto nella frazione di S.Lucia, è stata una delle attività più fiorenti che grazie alle famiglie Baldi, Lamberti e Sorrentino, ha dato lustro alla nostra città in Italia e nel mondo.

  2. Salve Vincenzo, mi dispiace ma purtroppo questa attività non l’unica a non essere stata nominato. Si tratta di un articolo che descrive solo in parte il commercio nella nostra città.
    Sarà sicuramente mia premura poter approfondire nuovamente questo tema e citare anche altri che non sono presenti qui.

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