Vi sono note che un cronista non vorrebbe mai dover scrivere, specialmente per un familiare, un parente o un amico fraterno.
Purtroppo, la vita è fatta di intervalli temporali più o meno lunghi, che in matematica vengono indicati come parentesi, “tonde” se sono brevissime e si aprono e chiudono in continuazione, “quadre” se riguardano periodi più lunghi, “graffe” se racchiudono periodi lunghissimi, come una intera vita; e quando si chiudono le parentesi graffe non puoi fare più nulla, se non ricordare tratti della vita della persona interessata.
Perciò sono costretto a ricordare un carissimo, fraterno amico, Alfonso Lambiase, che ha concluso la sua vita terrena giovedì 24 maggio, stroncato da un attacco cardiaco, tanto imprevisto quanto fulminante, che non gli ha lasciato scampo; è passato dalla vita alla morte senza nemmeno accorgersene.
Era nato il 18 maggio 1943, ci ha lasciato ieri a 76 anni dopo una vita intensa di lavoro, di impegno professionale, di impegni politici e civili, non sempre riconosciuti e ripagati, che per oltre mezzo secolo l’hanno tenuto vivo, nonostante i numerosi problemi di salute che negli anni lo hanno tenuto sempre sul chi va là, principalmente problemi cardiaci che più volte hanno fatto temere per la sua vita, ai quali si sono associati, negli ultimi anni, patologie di altro genere.
Ma Alfonso Lambiase, con un piglio da leone e una volontà granitica, ha sempre superate tutte le avversità della vita che non gli sono mai mancate, aggiunte a qualcuna della politica, che in passato lo hanno molto provato anche perché, generosamente, egli non si è mai risparmiato, battagliando sempre da combattente indomito, a volte testardo, derivante da un carattere molto forte.
Era una persona di grande intelligenza e di grande cultura, che sapeva parlare di ingegneria, che era la sua materia, ma nessun altro argomento lo vedeva impreparato; con Alfonso potevi discutere e approfondire qualsiasi tema, ed era sempre pronto a parlare, approfondire, confrontarsi, convincere: era stato, fra l’altro, un bravo docente di materie tecniche congeniali alla sua laurea in Ingegneria meccanica; ma gli studi di ingegneria sono stati per lui come un passatempo, perché la sua mente, nonostante allenata a studi tecnici, non disdegnava studi legali, filosofici e umanistici. Né, ovviamente, studi e approfondimenti politici, orientati a sinistra: è stato storicamente un socialista, molto bene inserito nei partiti di questo schieramento succedutisi negli anni.
E per questo suo credo politico, oltre che per le sue competenze tecniche, è stato anche assessore ai Lavori pubblici nel periodo post-terremoto del novembre 1980, oltre che nell’ Amministrazione del sindaco Raffaele Fiorillo.
In qualità di Assessore con Fiorillo fu, fra l’altro, il principale oppositore del progetto del trincerone-sottovia ideato dal sindaco Abbro, e fu il promotore di un progetto alternativo che prevedeva un sottovia veicolare che partisse dalla località Tencana per giungere a Viale degli Aceri, del quale ebbi modo di parlare ampiamente in un articolo del 9 marzo dello scorso anno. Ovviamente non se ne fece niente ma, per come sono andate poi le cose, probabilmente anche in questo caso Alfonso Lambiase aveva visto giusto.
Ma oramai è acqua passata. Rimane comunque la memoria delle tante cose fatte dal compianto Alfonso la cui morte, in parte preannunciata, e in parte inaspettata, ha colpito tutta la città, nonostante per espressa sua volontà non siano stati affissi manifesti funebri, né sia stata divulgata la triste notizia, né sia stato officiato il rito funebre in chiesa: da laico coerente, infatti, Alfonso Lambiase ha voluto che la sua salma venisse portata dall’abitazione al tempio crematorio dov’è stata cremata oggi pomeriggio.
Alla moglie Orsola Capuano e alla figlia Carmen, nonché ai familiari tutti, vanno i profondi sentimenti di cordoglio di questo giornale.