Stamani, sulla piattaforma Gsuite del Liceo scientifico “Andrea Genoino” di Cava de’ Tirreni, si è tenuto l’evento “Lo Smart Bin al Liceo”.
Sono intervenuti l’ingegnere Marco Tammaro di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie), i docenti del dipartimento di Scienze naturali e una rappresentanza degli studenti del liceo selezionata dai docenti di scienze. Referente del progetto è la professoressa Maria Fausta Santoro.
Nel corso dell’incontro spiegherà la valenza dello “smart bin”, il contenitore intelligente posizionato vicino all’istituto, che rilascia buoni sconto ai cittadini che smaltiscono correttamente i rifiuti elettrici ed elettronici (Raee).
Smart bin è in grado di riconoscere il tipo di rifiuto smaltito, premiando il conferimento di oggetti come telefonini, pc, tablet che rappresentano una vera e propria miniera di oro, argento, palladio rame e altri materiali di grande valore contenuti nelle schede elettroniche.
Gli Smart Bin hanno dimensioni di circa 170 x 50 x 60 centimetri, sono di facile collocazione e svuotamento e si aprono solo se l’utente si fa riconoscere tramite tessera sanitaria.
I primi modelli sono stati installati vicino a scuole, supermercati e luoghi pubblici a Cava de’ Tirreni e altre iniziative sono previste a Trento e Bath (Regno Unito) nell’ambito del progetto europeo Inno-Wee (Innovative WEEE traceability and collection system and geo-interoperability of WEEE data).
Sullo scontrino rilasciato a chi conferisce questi oggetti sono indicate le emissioni di gas serra evitate e l’importo che può essere speso in una serie di esercizi commerciali convenzionati che vanno dal fornaio alla libreria.
“Il progetto vuole creare un modello innovativo e replicabile per incentivare il corretto recupero, riuso e riciclaggio dei rifiuti elettrici ed elettronici, in linea con i principi dell’economia circolare – ha spiegato Marco Tammaro, responsabile del Laboratorio Tecnologie per il Riuso, Riciclo, Recupero e Valorizzazione di Rifiuti e Materiali dell’Enea – Per questo stiamo lavorando per migliorare la tracciabilità della filiera, promuovere un vero e proprio cambiamento culturale attraverso un sistema di premialità verso i comportamenti più virtuosi e fornire supporto tecnico-scientifico agli enti locali anche attraverso il trasferimento di metodologie e strumenti innovativi per l’adozione da parte della cittadinanza delle migliori pratiche disponibili”.
Il corretto smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici è anche un problema di tutela della salute. In Italia e in Europa le statistiche evidenziano bassi dati di raccolta (si tende a tenerli in casa o a smaltirli in modo improprio) a fronte di una crescita del 3-5% annuo, con rischi per la salute e per l’ambiente. Le attività dell’industria del riciclo in Italia riguardano per la gran parte le prime fasi del processo di trattamento, meno remunerative, mentre per il recupero delle parti nobili dei rifiuti, queste vengono inviate presso impianti di recupero specializzati, presenti soprattutto nel Nord Europa.
“Per questo motivo riteniamo che il riutilizzo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e il riciclo dei RAEE attraverso tecnologie sostenibili sia fondamentale per offrire benefici in termini di riduzione del conferimento in discarica, estensione della vita delle apparecchiature, produzione di materie prime seconde, ma anche opportunità per i “green job”, con la creazione di nuove iniziative imprenditoriali e posti di lavoro”, ha sottolineato Tammaro.
Oltre all’Enea sono partner italiani del progetto Inno-Weee le aziende Dedagroup (coordinatore), Erion (ex Ecodom) e Metellia Servizi, i comuni di Cava de’ Tirreni e alcuni comuni della provincia di Trento, e la Fondazione Bruno Kessler, mentre nel Regno Unito, il Comune di Bath e l’azienda Better Points.