scritto da Redazione Ulisseonline - 09 Maggio 2016 09:24

Cava, ieri la seconda domenica del “Borgo della Memoria”

Quando storia e teatro s’intrecciano nasce il “Borgo della Memoria”, un percorso tra le corti del borgo porticato di Cava de’ Tirreni a rivivere momenti salienti della storia che ha attraversato la nostra città.

Un’idea nata dall’unione delle forze de “Il Borgo in nuce” (storia, conservazione e recupero a Cava de’ Tirreni) e il Teatro “Luca Barba”, grazie ai quali per le prime due domeniche di maggio è stato possibile assistere a un viaggio teatralizzato nella storia della cittadina metelliana con la partecipazione dell’architetto Lorenzo Santoro, autore del tomo “Il Borgo in nuce”.

medioevo corti cava

Due sono stati gli appuntamenti, uno alle 9,30 e un altro alle 11,30. All’interno della corte del secondo Palazzo De Marinis è cominciato il tour guidato attraverso i secoli; l’arch. Santoro ha raccontato ai presenti di come un tempo (tra il‘220 e il ‘300 circa) la principale via di comunicazione tra Nocera, Cava e Salerno non fosse quella attuale bensì costeggiasse Pregiato, l’Annunziata e Croce fino a giungere a Salerno.

Tutto era immerso in una valle verde e la via Caba (da cui forse deriva il nome della città), ossia l’attuale borgo porticato, era una strada tortuosa attraversata da un fiume. Siamo in pieno Medioevo e c’erano filari di piccole botteghe senza porticati. La prima famiglia che venne ad abitare in questa zona fu la Scalzaventre (di qui il toponimo Scacciaventi); in seguito la zona divenne un vero e proprio centro commerciale man mano che i bottegai cominciarono a costruirsi dei porticati con una piccola abitazione sul retro. Il fiorente commercio, grazie all’esonero delle tasse in virtù di un rapporto privilegiato con la Corte di Napoli, incrementò l’economia cittadina così che sorsero le prime case palaziate che, dopo due terremoti tra fine ‘600 e inizio ‘700, vennero rifatte secondo la moda del tempo, facendo scomparire del tutto lo stile architettonico medievale e sovrapponendosi a quello cinquecentesco.

medioevo cava cortiProprio all’interno di uno di questi palazzi appunto, gli attori, diretti da Geltrude Barba, hanno messo in scena uno stralcio dell’arrivo di Carlo V d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Spagna, dunque anche del Regno di Napoli, a Cava de’ Tirreni durante il suo trasferimento da Salerno a Napoli. La seconda tappa del percorso si è svolta nella corte del Palazzo dei principi Quaranta, già palazzo Gagliardi. In un androne in cui è stato possibile, grazie alle annotazioni di Santoro osservare la connivenza di diversi stili architettonici (il tufo cinquecentesco e gli stucchi settecenteschi), il principe Tommaso di Savoia, alleato degli Angioini contro gli Aragonesi, ha con gravità spiegato al pubblico attento e silente di come avesse tentato di invadere Cava dopo esservi riuscito con la città di Salerno ma, grazie all’audacia e alla combattività dei cavesi, dovette rinunciare ai suoi piani e fu ricacciato indietro insieme ai suoi soldati.

Infine, l’ultima tappa di questo tour storico-teatrale si è dispiegata nel Palazzo Genoino, tipico esempio di architettura settecentesca con giardini e campi che arrivavano fino all’odierno mattatoio, e un boschetto delle delizie dove i nobili si dedicavano alla caccia agli uccelli. Questa fu la dimora di Don Giulio Genoino, la “mente” della rivolta di Masaniello e principale orditore del suo omicidio dopo che il capopopolo era diventato dispotico e ingombrante. E proprio alla figura di Tommaso Aniello è stata dedicata l’ultima tranche teatrale. In un’atmosfera carica di pathos e vibrante elettricità si è svolto un immaginario dialogo tra il popolano e la sua consorte: lui consapevole di andare incontro a un destino di morte violenta ma impossibilitato a non seguire il richiamo rivoluzionario, e lei addolorata fin nelle viscere a causa del destino del suo amato. Un dialogo che a tratti ha ricordato la drammaticità del distacco tra Ettore e Andromaca, facendo i debiti parallelismi.

Il “Borgo della Memoria” ha riscosso successo tra chi ha avuto il piacere di assistervi, merito del connubio tra storia e arte, due temi molto cari ai Cavesi amanti delle loro tradizioni. Auspichiamo altri appuntamenti per il piacere non solo del cittadino curioso, ma anche dei tanti turisti amanti di storia e folklori. Il centro storico di Cava de’ Tirreni si presta in maniera ottimale a fungere da accogliente scenografia per queste rappresentazioni.

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