Cava de’ Tirreni, volantino del CoBeCo sulla vendita dello storico Palazzo Buongiorno: “Scelta scellerata del sindaco Servalli & C.”
Una scelta di cui sono responsabili Servalli, i suoi assessori e tutti consiglieri della sua maggioranza, che saranno ricordati dai cavesi come quelli che hanno venduto il palazzo dove si riuniva nel 1500 il consiglio dei maggiorenti detto Universitas
Il CoBeCo, Comitato per i Beni Comuni, lancia l’ennesimo allarme contro la volontà dell’Amministrazione Servalli di procedere all’alienazione dell’antico immobile di quel tratto del centro storico che i cavesi ancora chiamano il “Vicolo del Municipio Vecchio”.
“Messo in vendita l’intero Palazzo Buongiorno di via della Repubblica – si legge nel volantino distribuito da ieri dal Comitato – quattro appartamenti con destinazione urbanistica ad attrezzature di interesse comune per un totale di 1.950.000 euro. Una scelta di cui sono responsabili Servalli, i suoi assessori e tutti consiglieri della sua maggioranza, che saranno ricordati dai cavesi come quelli che hanno venduto il palazzo dove si riuniva nel 1500 il consiglio dei maggiorenti detto Universitas. Quella, per intenderci, di Onofrio Scannapieco. E dove nell’ottocento si riuniva il Consiglio Comunale”.
L’antico Palazzo Buongiorno, ubicato a Cava de’ Tirreni in via della Repubblica, è stato sede dell’amministrazione civica, prima del trasferimento in quella attuale nell’ex Teatro Verdi. Ebbe questa funzione dal XVI secolo. L’edificio conserva, al suo interno, splendide incartate dipinte del XVIII secolo. In quelle stanze nel ‘500 si riuniva l’Universitas Cavese, cioè il Consiglio dei maggiorenti che governava la città e successivamente il Consiglio Comunale.
Un palazzo storico di gran pregio, di proprietà del Comune, un pezzo della storia cavese che rischia oggi di essere smembrato e venduto a privati.
Il valore storico è ampiamente ribadito nei decreti della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali che espressamente prescrive nei decreti che “per effetto dell’alienazione non dovrà essere menomato il pubblico godimento del bene culturale, ovvero, dovrà essere preservata l’accessibilità da parte della collettività al bene culturale onde consentire la visione e la percezione dei valori storico artistici da esso espressi, per rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza”.
Il CoBeCo riafferma la irremovibile e tenace volontà di non lasciar passare giorno senza rivendicare il diritto di accedere in uno spazio che rappresenta la storia collettiva e prosegue nel volantino con una dura accusa contro il Primo cittadino cavese: “Sarebbe possibile far quadrare i conti del Comune in altro modo, basterebbe che Servalli e i suoi ne avessero voglia e capacità. Eppure esistono tecniche di gestione e strumenti di valorizzazione del patrimonio comunale che consentirebbero di trarre profitto dai suddetti beni senza disfarsene. Ma in maniera semplicistica e irresponsabile si preferisce fare cassa vendendo i gioielli di famiglia. Più faticoso tagliare qualche spesa inutile o trovare altre entrate”.
In tanti in città sono solidali con la battaglia portata avanti dal CoBeCo. Dello storico palazzo Buongiorno i cavesi non si sentono proprietari, ma custodi per le generazioni future, e chiedono ai propri amministratori la ferma volontà di prendersi cura (e non svendere) di un patrimonio che esprime i valori di quella cultura che ha reso Cava de’ Tirreni, nel corso dei secoli, meta ambita da tanti artisti, intellettuali, uomini d’affari e nobiltà.