Cava de’ Tirreni, vendita del patrimonio comunale: il CoBeCo ha incontrato in gruppo consiliare “Siamo Cavesi”
Nell’incontro si è affrontato un altro tema caro al CoBeCo, quello della nascita di una Fondazione Culturale nella quale inserire tutti gli immobili che vanno dalla Mediateca a Palazzo Buongiorno che potrebbero diventare il cuore del rilancio della città
Il CoBeCo sabato 9 marzo ha incontrato i consiglieri comunali del gruppo “Siamo Cavesi”, Marcello Murolo, Raffaele Giordano, Enzo Passa, per esplicitare le ragioni della contrarietà alla vendita del patrimonio comunale storico o di pregio.
Si è parlato anche della contrarietà alla vendita del Velodromo e della scuola della Badia. In particolare, la decisione di mettere in vendita la scuola della Badia incontra la contrarietà degli abitanti della Badia, che, invece, ritengono che la struttura potrebbe diventare un centro turistico, una struttura informativa, di
ricezione e di supporto alle attività del parco, una sorta di Porta del Parco dei Monti Lattari.
Marcello Murolo ha ricordato che il gruppo Siamo Cavesi in Consiglio Comunale ha sempre votato contro il Piano delle alienazioni. Che più volte nei dibattiti consiliari hanno espresso, in modo forte, le ragioni della loro contrarietà e hanno
stigmatizzato gli errori dell’amministrazione Servalli nelle scelte che andava a compiere. Ma si sono sempre scontrati con una sostanziale sordità della maggioranza determinata in gran parte dalla scarsa consapevolezza dei problemi che si andavano ad affrontare e da un clima di disinformazione tendente ad
intimidire i consiglieri di maggioranza che votarono il piano di riequilibrio.
Nell’incontro si è affrontato un altro tema caro al CoBeCo, quello della nascita di una Fondazione Culturale nella quale inserire tutti gli immobili che vanno dalla Mediateca a Palazzo Buongiorno che potrebbero diventare il cuore del rilancio della città.
A tal proposito Murolo ha ricordato che nell’ultimo Consiglio Comunale, nel quale è stato affrontato il tema della gestione della Mediateca, ha parlato della necessità di realizzare una Fondazione Culturale, ma ha dovuto riscontrare la totale sordità di Servalli e della sua maggioranza.