Cava de’ Tirreni, Piano di Zona: Sindacati sul piede di guerra contro Servalli
Richiesto da CGIL, UIL e CSA un incontro urgente dopo la costituzione dell'Azienda speciale Consortile
“Le scriventi Segreterie Territoriali, avendo appreso dalle dichiarazioni del Sindaco, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, della volontà di costituire l’Azienda Speciale Consortile ASCCA cui trasferire le funzioni e le attività previste dal piano di zona e di pertinenza dell’ufficio di piano, preoccupate delle modalità di trasferimento che potrebbero interessare i lavoratori contrattualizzati a tempo indeterminato quali dipendenti del comune di Cava de’ Tirreni, chiedono un incontro urgente e chiarificatore onde rassicurare il personale potenzialmente coinvolto”.
E’ quanto chiedono Alfonso Rianna, Filomena D’Aniello e Angelo Rispoli in rappresentanza delle Segreterie provinciali della FP CGIL, UIL FPL e CSA.
Le Organizzazioni Sindacali, però, nella stessa nota richiamano anche l’attenzione “sull’attuale situazione lavorativa che sta investendo i dipendenti assegnati all’ufficio di piano nonché su tutti gli operatori assegnati ai servizi sociali. Nello specifico, intendono ribadire la necessità di una revisione dell’impianto organizzativo laddove il carico di lavoro non è più gestibile, le responsabilità sono aumentate e così pure le richieste da parte dell’utenza”.
“Questi lavoratori -si legge nella nota sindacale- gestiscono dei servizi delicati e non sono più in condizioni di farlo per il troppo stress da lavoro correlato. Ed è del 19 gennaio u.s. la sentenza n. 2084 con cui la Corte di Cassazione, dopo aver ricordato l’obbligo, per il datore di lavoro, di astenersi da iniziative, scelte o comportamenti che possano ledere, già di per sé, la personalità morale del lavoratore, come l’adozione di condizioni di lavoro stressogene o non rispettose dei principi ergonomici, oltre ovviamente a comportamenti più gravi come mobbing, straining, burn out, molestie, stalking e così via, afferma che, al fine di rintracciare una responsabilità ex art. 2087 cod. civ. in capo al datore di lavoro, non è necessaria, come ad esempio si richiede nel caso del mobbing, la presenza di un unificante comportamento vessatorio”, ma è sufficiente l’adozione di comportamenti, anche colposi, che possano ledere la personalità morale del lavoratore”.
Insomma, da quello che scrivono sembra proprio che i Sindacati siano sul piede di guerra più di quanto non lo siano stati finora nei riguardi dell’Amministrazione comunale metelliana guidata dal sindaco Servalli.