Cava de’ Tirreni, le riflessioni di Anna Maria Morgera sul Teatro Comunale: “Promesse mai realizzate dagli amministratori cavesi”
La signora Morgera ha esternato alcune riflessioni riguardanti la riunione tra l'Amministrazione comunale e gli operatori culturali della città e per evidenziare, nel contempo, la grave carenza della rampa per disabili al plesso comunale
“Metti che una sera devi entrare a Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni e sei disabile. Mi dispiace, non entri perché l’ingresso per disabili è inagibile. Signora,consigliano i vigili, vada nel parcheggio sul retro, può entrare dal garage. Garage chiuso! Una persona dì buon cuore, risultata essere medico addetto alla cultura, scende in aiuto e finalmente si aprono le porte di un labirinto maleodorante, ingombro di ogni genere di materiale e si sale in ascensore. Ascensore? Una gabbietta in cui a malapena entrano carrozzina e assistente. Questa è Cava, futura candidata a capitale della cultura, Cava del parco urbano, del castello restaurato, di piazza San Francesco ringiovanita, Cava città dei grandi eventi e megagalattici progetti. Per uscire il disabile, che ancora muove qualche passo, se la fa a piedi scende, augurandosi di non scapezzarsi, con l’aiuto del temerario assistente”.
E’ l’amara riflessione di Anna Maria Morgera, nota operatrice teatrale, al termine di un incontro che si è svolto al Comune di Cava nel pomeriggio di martedì tra i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e gli operatori culturali della città.
La signora Morgera si è rivolta al nostro giornale per esternare alcune riflessioni riguardanti il confronto e per evidenziare, nel contempo, la grave carenza del plesso comunale che dovrebbe essere la casa di tutti i cittadini e, di conseguenza, accessibile ad essi, mentre nella realtà permangono gli impedimenti ad alcuni. “Se non avessi avuto un Santo in paradiso a cui chiedere la grazia, non sarei salita ad assistere all’incontro”, ha affermato.
Per quanto concerne la riunione, le esternazioni non hanno tono diverso: “Sono rimasta molto delusa per il taglio che ha avuto il consesso, mi aspettavo proposte concrete e invece ho dovuto ascoltare le solite promesse su di un teatro che è tale soltanto sulla carta, ma non nella realtà, il solito sermone sulla mancanza di fondi e la solita storiella sulla città che sta cambiando volto grazie alle grandi opere”.
Ci va giù duro Anna Maria Morgera, forte dei suoi oltre cinquant’anni nel mondo del teatro come operatrice a tutto tondo che ha spaziato dal mondo della cultura a quello della storia, delle tradizioni popolari e della musica.
“Mi è sembrato di essere stata trasportata indietro nel tempo al 1975, quando ho fondato la Compagnia Teatrale “I Cavoti” e ho avuto i primi approcci con le Istituzioni comunali – sono stata le sue parole – Sono stata approcciata da tutti i sindaci che si sono succeduti e tutti mi hanno fatto delle promesse che non sono state mai realizzate. Per non parlare delle condizioni economiche. I costi da sostenere sono elevati e le compagnie teatrali non si possono permettere di pagare il fitto della sala a ore per le prove, tanto più che un teatro minuscolo di soli 90 posti non fa testo. Quanto dovrà costare un biglietto per far rientrare le spese per le compagnie?”.
“Il teatro comunale è ben altra cosa -è l’amara conclusione della signora Morgera – Spero di vivere abbastanza per poter finalmente allestire uno spettacolo su di un vero palcoscenico cavese”.