Cava, Collettivo Acca: “Dal Comune aspettiamo ancora la liquidazione di una fattura per uno spettacolo da noi tenuto nel settembre 2019”
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“Si è tanto parlato dello spettacolo dal vivo, della difficoltà del Teatro in particolare di riprendere la propria attività già complicata in tempi normali – almeno per il Teatro cosiddetto di “prossimità” – dopo la lunga sosta dovuta al lockdowne nelle condizioni di restrizione date. Si è tanto parlato di aiutarlo, il Teatro. Ma come?!”
E’ quello che si chiede il Collettivo Acca di Pagani in un comunicato stampa a firma di Carmine Califano, Direttore Artistico e fondatore del Collettivo.
“Raccontiamo -si legge nel comunicato- la nostra esperienza che, nello stesso tempo, vuole essere un appello al Sindaco ed all’Assessore alla Cultura del Comune di Cava dei Tirreni”.
“Il 20 settembre 2019 -prosegue il comunicato- all’interno del programma “CAVA DE’ TIRRENI CITTÀ PARCO CULTURALE”, abbiamo tenuto uno spettacolo presso il Complesso Monumentale di San Giovanni al Borgo”.
“Come prassi -viene ricordato- abbiamo ovviamente anticipato soldi per: il noleggio del service audio e luci;il noleggiodel furgone per trasportoscene; pagare gli oneri previsti. Sì, purtroppo funziona così! Quindi nulla di strano”.
“Su esplicita richiesta degli Uffici Comunali -si racconta ancora nel comunicato- abbiamo emesso e recapitato fattura per la prestazione il giorno 26 settembre. Detta fattura veniva “liquidata” con determinazione dirigenziale n. 2585 del 17.10.2019, come abbiamo appreso contattando gli Uffici”.
“Ad oggi -denuncia Carmine Califano- nonostante numerosi solleciti inviati, la fattura, di fatto, non è stata ancora messa in pagamento. Ed intanto abbiamo versato anche l’IVA su quella stessa fattura”.
“Questa esperienza -conclude amaramente il comunicato stampa del Collettivo Acca- nella sua essenziale anche banalità se si vuole, aprirebbe una serie di considerazioni da fare su quanto sia tenuta da conto l’arte teatrale in questo Paese quando non è immessa nei canali dello spettacolificio assistito. Ma non ne vale la pena”.