Cava de’ Tirreni, l’ASCCCA della discordia: la piccola e agguerrita Atrani contro tutti… e il suo sindaco Michele Siravo come Davide contro Golia
Meno male che ci sono ancora amministratori comunali come il sindaco di Atrani Michele Siravo. Ha combattuto, quasi in solitudine, una battaglia di trasparenza e di legalità, ma anche e soprattutto di sana amministrazione e buon governo
L’Azienda Speciale Consortile Cava–Costa d’Amalfi (ASCCCA) è praticamente saltata. Almeno non si parlerà per un bel po’ di dar vita ad un mostriciattolo nato male, anzi, abortito prima di nascere.
Questa volta la sciatteria non è solo del sindaco Servalli e dei suoi, alla quale noi cavesi siamo abituati e da tempo ne subiamo le conseguenze. E’ il frutto di un combinato disposto, di negligenza e goffaggine, dei sindaci dei Comuni di Cava e della Costiera, fatta eccezione, per quel che si è capito, di Positano e di Atrani.
E’ bastato poi il Comune più piccolo d’Italia per superficie, Atrani, per mettere a nudo in maniera netta e definitiva tutta la trasandatezza amministrativa mista ad arroganza di un modo di far politica di amministrazioni comunali figlie del peggiore deluchismo.
Meno male che ci sono ancora amministratori comunali come il sindaco di Atrani Michele Siravo, che finora non abbiamo avuto il piacere e l’onore di conoscere. Ha combattuto, quasi in solitudine, una battaglia di trasparenza e di legalità, ma anche e soprattutto di sana amministrazione e buon governo. Non si è fatto intimidire. Se l’è vista con tutti. Ha chiamato in causa la Regione Campania e la Corte dei Conti, che alla fine gli hanno dato ragione, e dove non hanno potuto farlo nelle questioni che poneva, non gli hanno dato torto. Anzi, si sono ben guardati dal farlo. Per un motivo semplice. La sua era una battaglia non strumentale bensì fondata sui principi di corretta amministrazione e sul rispetto delle norme di legge.
Eppure hanno tentato di bullizzarlo in tutti i modi possibili.
Il sindaco di Cava, il nostro primo cittadino, in Consiglio comunale lo ha in pratica deriso solo perché era il sindaco di un piccolo comune di poche anime. Come se poi chiedere il rispetto della legge così come avere o meno ragione nelle questioni dipendesse dal numero degli abitanti di un Comune. Un altro sindaco della Costiera pare si sia lasciato scappare in un consesso di primi cittadini che Siravo fosse da TSO, vale a dire da trattamento sanitario obbligatorio. Un’estrema misura sanitaria che viene presa per chi ha problemi di mente e comportamentali. Un altro sindaco, sempre in un consesso di primi cittadini, addirittura sembra aver messo in dubbio la veridicità della nota inviata alla Corte dei Conti contenente dei quesiti sulla procedura di costituzione dell’ASCCCA.
Hanno fatto di tutto. Lo hanno trattato come un paria. Un lebbroso da evitare e rinchiudere in un lazzaretto.
Siravo però è andato dritto per la sua strada. Non si è lasciato intimidire. Non ha mai accettato di essere come Calimero, piccolo e nero. Con tenacia e senza scomporsi ha tenuto duro. Alla fine, anche se c’è ancora chi disperatamente tenta di arrampicarsi sugli specchi, ha avuto ragione. Inutile cincischiare al riguardo.
Servalli e gli altri sindaci della Costiera, che hanno voluto interpretare la parte di Golia contro Davide, si rassegnino: non vale la legge del più forte, ma la forza dei giusti.
Poche settimane fa, avevamo consigliato di azzerare tutto e ricominciare da capo. Con un altro spirito, ma soprattutto con l’intento di mettere su un consorzio di uomini e risorse al servizio della gente. Dei più deboli, degli anziani, dei minori. Un’azienda all’altezza dei servizi sociali che deve erogare, non un carrozzone per sistemare amici ed eventuali amichette.
Per il resto che dire. Fortunati i cittadini di Atrani di avere un sindaco come Siravo. Noi cavesi non possiamo dire lo stesso.








Complinenti, Sindaco Siravo ! –
Alfonso