scritto da Luigi Gravagnuolo - 09 Settembre 2025 13:25

Cava de’ Tirreni, botti e frastuono… si può condividere un regolamento?

Ora intendiamoci, vogliamo chiarirlo subito onde evitare fraintendimenti. Non abbiamo velleità giacobine. Sappiamo bene che la devozione popolare va rispettata, per carità. Ma è proprio impensabile impegnarsi tutti, parroci e privati festaioli con la regia di Curia e  Comune, a ridurne la frequenza, la durata e i decibel?

foto Antonio Carrano

Quattro settembre scorso, giovedì sera, sesto giorno del novenario di attesa della nostra festa patronale. Come da consuetudine alla Madonna dell’Olmo le celebrazioni del novenario sono presiedute dai parroci delle principali parrocchie di Cava, uno per volta. Giovedì scorso toccava a don Rosario, accompagnato dai fedeli della parrocchia di Sant’Adiutore, quella del Duomo per capirci. Il celebrante con la sua bella e coinvolgente omelia aveva catturato l’attenzione dei fedeli. La stava concludendo quando dal Santuario di San Francesco e Sant’Antonio, adiacente alla basilica della Madonna dell’Olmo, è partita una raffica di potenti spari unitamente allo scampanio del campanile. Il frastuono è stato così forte che il buon don Rosario si è visto costretto a chiudere la sua omelia e sedersi sul seggio del celebrante in attesa che cessasse. Ma il fracasso si è protratto a lungo e lui, rassegnato, ha ripreso la liturgia tra i botti. Era il quattro settembre giornata dell’alzata del panno di San Francesco ed i frati lo stavano sottolineando con gli spari. Alla maniera di zi’ Nicola Saporito della celebre Le Voci di dentro di Eduardo De Filippo.

Otto settembre,  giorno della solennità della Natività di Maria, patrona della nostra città. Ore 8:30 circa, un’improvvisa esplosione di botti assordanti fa saltare dal letto gli incauti residenti del centro che si sono attardati tra le lenzuola. Altri sono sobbalzati mentre bevevano un caffè al bar, o leggevano, o facevano le faccende di casa, o pregavano. I cani sono scappati terrorizzati sotto i letti e tremavano.

Stesso giorno, ore 18:55. Nel chiostro della Madonna dell’Olmo si sta inattesa della messa solenne di apertura della settimana di festività patronale. Ancora un bombardamento di fuochi tonanti.

Si andrà così avanti, praticamente senza soluzioni di continuità, fino a domenica 5 ottobre, giorno in cui si dovrebbero chiudere le celebrazioni per il Santo di Assisi, a meno che i frati non vogliano protrarle ancora per qualche giorno. Poi, poche settimane di pausa e via con l’Immacolata, Natale, Capodanno ed Epifania. E poi ancora  Pasqua, il Corpus Domini, la Festa di Castello, la Disfida dei Trombonieri con il consueto corollario di tamburi battenti e spari di pistoni. Tutto ciò tralasciando i santi delle frazioni, i matrimoni, i compleanni e gli anniversari gioiosi. Per non dire dei movidari, ai quali piace sottolineare la propria esistenza in vita con spari notturni, clacson, stereo a massimo volume e marmitte truccate. Sempre fuochi, sempre spari, sempre frastuono.

Ora intendiamoci, vogliamo chiarirlo subito onde evitare fraintendimenti. Non abbiamo velleità giacobine. Sappiamo bene che la devozione popolare va rispettata, per carità. Ma è proprio impensabile impegnarsi tutti, parroci e privati festaioli con la regia di Curia e  Comune, a ridurne la frequenza, la durata e i decibel? Oltretutto ci sarebbero delle alternative, come i fuochi luminosi non rumorosi, bellissimi e felicemente proposti poche settimane fa in via Filangieri da don Gioacchino in occasione della festività di Sant’Alfonso.

Con tutto il rispetto della devozione popolare – lo scrive qui un credente ed osservante – i cittadini di Cava, devoti e non, hanno diritto alla quiete? o questo è un vezzo woke? Si può trovare un compromesso?

Il problema non è solo cavese e non è solo dei giorni nostri. Sono tradizioni che affondano le radici nei secoli e sono diffuse in tutta l’Europa. Tant’è che il legislatore da tempo ha prodotto un corpus normativo ad hoc. Articoli del Tulps (Testo unico delle Leggi della Pubblica Sicurezza), emanato nel 1931,  e del recente Decreto Legislativo 123/2015, che recepisce la Direttiva UE 2013/29/UE, oltre a norme regionali e comunali. Anche noi, qui a Cava, durante il nostro breve sindacato, ci prodigammo in tal senso, emanando un’ordinanza specifica. Dovemmo fronteggiare una accanita resistenza che giunse a sfidare la pubblica autorità. Non fummo coadiuvati dalla nostra Polizia Municipale, né dalla Polizia di Stato e perdemmo quella battaglia. Che tuttavia era e fu una battaglia di civiltà.

Ora essa viene ripresa dall’avv.  Alfonso Senatore, coadiuvato da alcuni cavesi – ci sono anche io tra questi – che ne condividono la finalità: la tutela della salute fisica e psichica dei cittadini e degli animali, dei cani soprattutto, che soffrono maledettamente per questi spari. E nel nostro piccolo, sommessamente, umilmente, chiediamo al nostro caro Arcivescovo e al nostro Sindaco di convocare un tavolo di confronto su questo tema, invitando a parteciparvi, se ritengono, anche il Comitato anti-botti della nostra città.

Luigi Gravagnuolo, giornalista, scrittore, docente ed esperto di comunicazione. E' stato Sindaco di Cava de’ Tirreni dal 2006 al gennaio del 2010, quando si dimise per andare al voto con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato.

2 risposte a “Cava de’ Tirreni, botti e frastuono… si può condividere un regolamento?”

  1. Il mio cane Scoobydoo, tra San Francesco e Madonna dell,Olmo, è morto di infarto per la paura di fuochi, campane, tamburi e tromboni vari. L’attuale cane, Romeo, un bonaccione fino a ieri tollerante, ora trema ad ogni minimo sussulto.
    Anni fa, io testimone, i nostri gloriosi trombonieri ebbero l’ardire di sparare a Roma davanti al Pantheon. Successe il finimondo, un boato tremendo scosse il centro di Roma, i romani imbufaliti si affacciarono alle finestre lanciando ogni sorta di improperi. Qualcuno pensò addirittura a un attentato terroristico. accorsero, pompieri, ambulanze, polizia e carabinieri . Se non ricordo male ci fu anche il sequestro delle armi e denunce varie per spari in luogo pubblico e detenzione abusiva di armi da guerra , insomma un casino da pazzi. Nella nostra città invece tutto ciò è tollerato e guai a chi come me parla male di fuochi, botti, pistoni e tamburi vari.

  2. Mi piacerebbe sapere se alla Madonna, San Francesco e Sant’Antonio tutto questo frastuono e spreco di danaro faccia davvero piacere o gradirebbero di più che si facciano opere di bene e di pace

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