scritto da Pasquale Petrillo - 25 Novembre 2025 15:34

Cava de’ Tirreni, alle elezioni regionali superano gli esami Nunzio Senatore e Annalisa Della Monica… bocciato invece il sindaco Enzo Servalli

Al successo solitario di Nunzio Senatore fa da contraltare la più che prevista figuraccia elettorale del sindaco Servalli, impegnato a sostenere la candidata socialista Antonella Garofalo. Un vero e proprio flop. Non della Garafolo, ma di Servalli. In tutto, appena 724 voti. Frutto soprattutto del lavoro della candidata e dello sforzo corale del partito locale. Servalli, a conti fatti, avrà spostato cento voti, forse meno. È il segnale chiaro della scarsa credibilità politica e della forza elettorale praticamente inesistente del primo cittadino metelliano

foto Angelo Tortorella

Il centrosinistra guidato da Fico ha vinto le elezioni regionali in Campania come previsto, con uno scarto persino superiore alle attese. La rimonta del centrodestra di Cirielli è rimasta un’illusione: non c’è stata partita, nonostante l’impegno.
Le recriminazioni post-voto lasciano il tempo che trovano. Si può discutere di candidati mancati, ma la verità è che il centrodestra ha pagato un errore grave: la scelta tardiva del candidato, frutto di polemiche interne e contrapposizioni che hanno logorato credibilità e immagine. Con poco tempo per organizzare una campagna impegnativa, la sfida era segnata.
In queste condizioni, solo un nome avrebbe potuto cambiare davvero le carte in tavola: Giorgia Meloni.
Peccato, o per fortuna, che sia impegnata a fare altro.

Meritano qualche riflessione il responso elettorale delle regionali nella valle metelliana.

Più che eccellente il risultato della consigliere provinciale e comunale di Fratelli d’Italia Annalisa Della Monica. In assoluto la più votata in città e terza nelle preferenze a livello provinciale della lista del partito della Meloni. Indubbiamente un successo, personale ma anche del partito metelliano che l’ha sostenuta a spada tratta.

Nel centrosinistra, come prevedibile, ha avuto al solito un ottimo riscontro elettorale l’ex vice sindaco Nunzio Senatore. Ha rastrellato poco meno di tremila consensi in città tanto da consentirgli di essere il primo dei non eletti della lista deluchiana “A testa alta”. In altre parole, ci sono buone probabilità che almeno lui diventi consigliere regionale se l’eletto consigliere Cascone avrà l’assessorato. E’ questa sarebbe di sicuro una buona notizia per la città. A prescindere.

La performance di Nunzio Senatore va segnalata anche per le condizioni in cui si è realizzata. Il nostro ha fatto tutto da solo. Non aveva un partito alle spalle, anzi. E con un sindaco, Servalli, che ha fatto di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote negli ultimi due anni. Chapeau!

D’altro canto, al successo solitario di Nunzio Senatore fa da contraltare la più che prevista figuraccia elettorale proprio del sindaco Servalli, impegnato a sostenere la candidata socialista Antonella Garofalo. Un vero e proprio flop. Non della Garofalo, ma di Servalli. In tutto, appena 724 voti. Frutto soprattutto del lavoro della candidata e dello sforzo corale del partito locale. Servalli, a conti fatti, avrà spostato cento voti, forse meno. È il segnale chiaro della scarsa credibilità politica e della forza elettorale praticamente inesistente del primo cittadino metelliano. Sta di fatto che la Garofalo ha poi avuto un risultato migliore e di certo più lusinghiero a livello provinciale con 2.050 voti. Per farla breve, Servalli si è rivelato più che altro una zavorra per il voto in città a favore della candidata socialista. E anche questo era stato ampiamente previsto.

Archiviata questa consultazione elettorale, da domani inizia la campagna elettorale per le elezioni comunali della prossima primavera.

Anche in questa prospettiva, qualche riflessioni va fatta in ragione del voto espresso dai cavesi ieri e l’altro ieri.

E’ scontato che ogni elezione fa storia a sé. I risultati elettorali vanno letti con molta attenzione e soprattutto con senso di estrema relatività. Tuttavia, alcune indicazioni, delle linee di tendenze, possono essere utilmente ricavate.

In questo senso, c’è da evidenziare che sì, il centrodestra di Cirielli ha vinto in città, ma non ha affatto stravinto. Anzi, se si considera che Cirielli è un cavese di adozione, risiede a Cava e che la nostra città è stata sempre una sorta di suo privilegiato piedistallo politico, allora la vittoria del centrodestra era più che attesa e con proporzioni indubbiamente maggiori.

Questo cosa vuol dire? Innanzi tutto, che il centrosinistra ha retto benissimo. Anzi, Cirielli ha vinto, ma il centrodestra ha perso. Ci spieghiamo meglio. Cirielli come presidente ha avuto il 49,7% dei consensi metelliani, mentre le liste di centrodestra che lo sostenevano hanno ottenuto il 46,01%. Al contrario, Fico ha avuto il 46,1 dei voti, mentre le liste del centrosinistra hanno racimolato di più: 49,41. E’ questo un dato significativo anche senza volergli dare un peso eccessivo.

Diciamo che il centrosinistra metelliano, nonostante la fallimentare esperienza dell’Amministrazione Servalli, esiste ancora. Ha sì una buona parte di elettorato chiaramente di matrice clientelare, ma anche, se non di più, una componente politico-culturale assai radicata e diffusa nel tessuto cittadino. Certo, da un punto di vista algebrico il centrosinistra può ancora giocare la partita delle comunali e puntare finanche a vincere. Il nodo da sciogliere è politico. In altre parole, mettere insieme le varie componenti attorno a un tavolo per predisporre una comune piattaforma politico-programmatica. E, ovviamente, individuare una leadership, un leader, un candidato sindaco in cui tutti si vedano rappresentati.

Non sarà facile, ma non è impossibile.

E il centrodestra? E’ auspicabile, innanzi tutto, che i risultati elettorali espressi dai cavesi siano letti con attenzione, equilibrio e serenità.

Vero è che, ad oggi, la coalizione di centrodestra ha da tempo un candidato a sindaco nella persona di Raffaele Giordano. Questo è un elemento importante se non addirittura decisivo. Molto altro, però, resta da fare. Anche nel centrodestra c’è un problema politico. Non c’è unità, almeno ad oggi. Forza Italia non ha a livello locale un comune sentire con le altri componenti del centrodestra. Manca una piattaforma politico-programmatica che punti da un lato a recuperare possibilmente una parte dell’opposizione rappresentata da La Fratellanza, dall’altra affrontare in modo risolutivo il nodo del possibile rientro all’ovile del gruppo politico di Fabio Siani. Obiettivi non facili da conseguire, a onor del vero.

In ogni caso, il centrodestra non deve dare nulla per scontato e non può chiudersi nella torre eburnea. Al contrario, è nel suo interesse aprirsi alla società civile e ambire a rivelarsi in ciò che meno gli riesce: essere politicamente inclusivi.

L’auspicio è che sia la destra che la sinistra mirino ad alzare l’asticella. Dell’etica, della competenza, della qualità. Alla nostra città non serve avere un successore di Servalli, bensì amministratori comunali che siano davvero capaci di dare una svolta decisiva al governo municipale. Noi restiamo convinti che, a prescindere dalle appartenenze politiche, la nostra comunità ha le persone giuste per questo cambio di passo.

La politica, i partiti, però, devono fare la loro parte. In primo luogo, cercare di porsi nei panni di quanti, ormai la maggioranza dei cavesi, non vanno a votare. Quali le ragioni, le insofferenze, le delusioni, le mancate promesse che portano a una simile disaffezione? E cercare, ovviamente, di dare una risposta in termini di credibilità politica e personale. In secondo luogo, non certo ponendosi da parte, bensì mettendosi in gioco il più possibile. Andando oltre le logiche e i riti, ma anche i limiti della politica politicante.

La politica è ascolto e dialogo, ma soprattutto sintesi delle diverse sensibilità e mediazione di interessi concorrenti. Un’arte che ha fatto difetto negli ultimi anni. E non solo nella nostra città.

 

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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