scritto da Redazione Ulisseonline - 04 Settembre 2015 11:45

Migranti, l’11 settembre a Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi

Bellocchio, Servillo, Saviano, Paolini, Lucia Annunziata, Gad Lerner e molti altri. Il mondo del cinema e della cultura si mobilita per rompere il silenzio sui diritti di rifugiati e migranti ed invita tutti venerdì 11 settembre a camminare scalzi lungo le vie del Lido fino al Palazzo del Cinema.

«È arrivato il momento di decidere da che parte stare». Inizia così l’appello per la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi .

«È vero -continua- che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte. Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. È difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra».

«Abbandonare tutto -prosegue ancora l’appello- mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro a una barca, a un tir, a un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno. Sono questi gli uomini scalzi del 21° secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle. La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà».

«E’ l’inizio -conclude- di un per­corso di cam­bia­mento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo glo­bale di capire che non è in alcun modo accet­ta­bile fer­mare e respin­gere chi è vit­tima di ingiu­sti­zie mili­tari, reli­giose o eco­no­mi­che che siano. Non è pen­sa­bile fer­mare chi scappa dalle ingiu­sti­zie, al con­tra­rio aiu­tarli signi­fica lot­tare con­tro quelle ingiustizie.

Dare asilo a chi scappa dalle guerre, signi­fica ripu­diare la guerra e costruire la pace.

Dare rifu­gio a chi scappa dalle discri­mi­na­zioni reli­giose, etni­che o di genere, signi­fica lot­tare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.

Dare acco­glienza a chi fugge dalla povertà, signi­fica non accet­tare le sem­pre cre­scenti disu­gua­glianze eco­no­mi­che e pro­muo­vere una mag­giore redi­stri­bu­zione delle ricchezze».

All’appello hanno aderito in queste ore già molte realtà della società civile attiva e solidale, sia del mondo cattolico che di quello laico, per chiedere i seguenti cam­bia­menti delle poli­ti­che migra­to­rie euro­pee e globali:

1. Cer­tezza di cor­ri­doi uma­ni­tari sicuri per vit­time di guerre, cata­strofi e dittature

2. Acco­glienza degna e rispet­tosa per tutti

3. Chiu­sura e sman­tel­la­mento di tutti i luo­ghi di con­cen­tra­zione e deten­zione dei migranti

4. Creare un vero sistema unico di asilo in Europa supe­rando il rego­la­mento di Dublino.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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