Migranti, l’11 settembre a Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi
Bellocchio, Servillo, Saviano, Paolini, Lucia Annunziata, Gad Lerner e molti altri. Il mondo del cinema e della cultura si mobilita per rompere il silenzio sui diritti di rifugiati e migranti ed invita tutti venerdì 11 settembre a camminare scalzi lungo le vie del Lido fino al Palazzo del Cinema.
«È arrivato il momento di decidere da che parte stare». Inizia così l’appello per la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi .
«È vero -continua- che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte. Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. È difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra».
«Abbandonare tutto -prosegue ancora l’appello- mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro a una barca, a un tir, a un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno. Sono questi gli uomini scalzi del 21° secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle. La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà».
«E’ l’inizio -conclude- di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie.
Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione delle ricchezze».
All’appello hanno aderito in queste ore già molte realtà della società civile attiva e solidale, sia del mondo cattolico che di quello laico, per chiedere i seguenti cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1. Certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. Accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. Chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. Creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino.