Cava, sull’Ospedale il Partito Comunista attacca il sindaco Servalli: “Vergogna”
La Sezione “Antonio Gramsci” di Cava de’ Tirreni del Partito Comunista torna all’attacco sul tema dell’Ospedale metelliano con un pubblico manifesto dal titolo inequivocabile: “Ospedale di Cava: Una morte annunciata”.
“Siamo giunti alle battute finali di un “progetto” che noi e noi soltanto veniamo denunciando da anni -si legge nel manifesto- Era il 12 giugno 2015 quando in piazza Servalli (candidato sindaco) e De Luca (Presidente della Regione) annunciavano: «Ridaremo all’ospedale la dignità perduta, faremo un lavoro serio»”.
“Ad un anno di distanza -denunciano i comunisti cavesi con il loro manifesto- la situazione è questa: chiusura di senologia, dei reparti di ginecologia e ostetricia, chiusi gli ambulatori e rischio di chiusura o declassamento per altri reparti, riduzione molto preoccupante della operatività del nosocomio per mancanza di attrezzature e di personale”.
“Servalli (ormai sindaco) ha brillato soltanto per la sua insipienza e superficialità -attaccano i comunisti- Il caso emblematico è la vicenda del reparto di ostetricia e ginecologia. Tra tutte le cose che avrebbe potuto e dovuto fare (per esempio fare pressione su De Luca perché mantenesse le promesse), si è lavato le mani, novello Ponzio Pilato, con quella ridicola sceneggiata del ricorso al TAR”.
“Ma si sa che per qualcuno le promesse si fanno solo per ottenere voti -concludono i comunisti- vergogna, vergogna, vergogna”.