scritto da Redazione Ulisseonline - 14 Dicembre 2025 08:24

Risparmi, torna il segno più: famiglie e imprese ricostruiscono le riserve dopo la stretta dell’inflazione

La liquidità supera di nuovo i 2.000 miliardi di euro: in un anno +58 miliardi. Conti correnti in ripresa, famiglie ancora sotto pressione ma cresce la fiducia. Unimpresa: «Fase difensiva alle spalle, ora trasformare il risparmio in crescita»

Dopo anni segnati da pandemia, crisi energetica e inflazione a due cifre, i risparmi degli italiani tornano a crescere. Tra ottobre 2024 e ottobre 2025 la liquidità complessiva detenuta da famiglie, imprese e altri operatori economici è aumentata di 57,9 miliardi di euro (+2,9%), raggiungendo 2.046,5 miliardi, oltre la soglia psicologica dei 2.000 miliardi. È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa su dati della Banca d’Italia.

Il recupero è trainato soprattutto dai conti correnti, che tornano a crescere di 60 miliardi (+4,5%), attestandosi a 1.379,7 miliardi e concentrando il 67,4% dell’intera liquidità nazionale. Un’inversione di tendenza rispetto agli anni dell’inflazione record, quando famiglie e imprese erano state costrette ad attingere ai depositi a vista per fronteggiare l’aumento dei prezzi di energia, alimentari, servizi e mutui. In forte crescita anche i pronti contro termine (+14,6 miliardi, +16%), mentre aumentano più moderatamente i depositi rimborsabili con preavviso (+5,6 miliardi). In calo, invece, i depositi vincolati (–22,3 miliardi), penalizzati dalla riduzione dei rendimenti offerti dalle banche.

Lo sguardo di medio periodo restituisce però un quadro più articolato. Nel triennio dicembre 2022–ottobre 2025 la liquidità complessiva risulta ancora in lieve flessione (–19 miliardi, –0,9%), segno dell’impatto profondo della fiammata inflazionistica che ha superato il 10%. I conti correnti, rispetto al 2022, restano sotto di 78,4 miliardi, e sono soprattutto le famiglie ad aver pagato il prezzo più alto, con riserve ridotte di 31,9 miliardi (–2,7%). Le imprese, al contrario, mostrano una maggiore tenuta, con un aumento delle disponibilità sia per le aziende sia per le imprese familiari.

«Il ritorno alla crescita della liquidità è un segnale politico ed economico preciso: la fiducia sta tornando», osserva il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi, che attribuisce il miglioramento a un contesto di maggiore stabilità macroeconomica, al controllo dell’inflazione e alla riduzione dello spread. «La liquidità non è solo una fotografia contabile, ma un asset strategico nazionale: ha consentito a famiglie e imprese di assorbire gli shock senza una frattura sociale».

A ottobre 2025 la fotografia finale mostra un Paese che continua a privilegiare strumenti immediatamente disponibili, ma che inizia a riorientare le proprie risorse dopo la fase più acuta della crisi. La sfida, ora, è trasformare questa ritrovata fiducia in investimenti produttivi, senza compromettere la sicurezza finanziaria dei cittadini. Un passaggio decisivo per agganciare una crescita più solida e duratura. (fonte Unimpresa)

clicca qui per leggere la news integrale di Unimpresa

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.