La legge di bilancio per il 2026 prevede un pacchetto di misure a sostegno delle imprese italiane dal valore complessivo stimato tra 7 e 8 miliardi di euro, considerando sia le risorse dirette sia gli effetti fiscali del nuovo super-ammortamento. Secondo le stime del Centro studi di Unimpresa, l’impatto potenziale sul sistema produttivo potrebbe generare fino a 20 miliardi di nuovi investimenti nel triennio 2026-2028, con un effetto positivo di circa mezzo punto di PIL. L’obiettivo dichiarato del governo è stimolare la crescita produttiva senza aumentare la spesa corrente, premiando chi innova, produce ed esporta, in particolare nel Mezzogiorno.
Il cuore della manovra è rappresentato dal rifinanziamento dei crediti d’imposta per le Zone Economiche Speciali e le Zone Logistiche Semplificate, prorogati e rafforzati fino al 2028 con risorse per 4,05 miliardi. Il beneficio potrà coprire fino al 45% del costo degli investimenti realizzati nelle regioni del Sud, con effetti stimati sull’occupazione e sulla localizzazione industriale. Accanto a questo intervento si inserisce la nuova versione del super-ammortamento per i beni strumentali, che ricalca le misure di “Transizione 4.0” e introduce una maggiorazione fino al 220% per gli investimenti legati alla sostenibilità ambientale. L’effetto fiscale, pur spalmato su più esercizi, equivale a una riduzione di imposte tra 2 e 3 miliardi di euro.
Il pacchetto di misure prosegue con il rifinanziamento della “Nuova Sabatini”, che riceverà 200 milioni nel 2026 e 450 nel 2027 per favorire gli investimenti delle piccole e medie imprese. Lo strumento, che agevola l’acquisto di macchinari e tecnologie produttive tramite finanziamenti bancari, è destinato a mobilitare oltre 4,5 miliardi di investimenti privati. Specifica attenzione viene inoltre riservata al comparto agricolo, ittico e dell’acquacoltura, che potrà usufruire di un credito d’imposta del 40% per la digitalizzazione e l’ammodernamento dei processi produttivi, con plafond definito da decreto ministeriale.
Sul fronte turistico è istituito un fondo da 50 milioni di euro l’anno per il triennio 2026-2028, destinato a progetti di digitalizzazione, innovazione e destagionalizzazione dell’offerta. I contratti di sviluppo vengono rifinanziati con 250 milioni nel 2027, 50 nel 2028 e altri 250 nel 2029, con l’obiettivo di sostenere iniziative di dimensione medio-grande e partenariati pubblico-privati.
Per l’internazionalizzazione e la promozione del made in Italy la manovra mobilita 435 milioni di euro: 100 milioni nel 2026 per la sezione export di Simest e ICE, 300 milioni nel triennio per il Fondo per la promozione degli scambi e 35 milioni annui destinati al Ministero degli Esteri per il sostegno alle imprese italiane sui mercati esteri. Si tratta di interventi che, secondo le stime, potranno coinvolgere fino a 40.000 aziende, in gran parte piccole e medie imprese manifatturiere e agroalimentari.
Dal 2028 è inoltre prevista la soppressione dell’addizionale regionale sull’accisa del gas naturale per usi industriali e artigianali, con un risparmio medio stimato tra 30.000 e 50.000 euro annui per le imprese energivore. L’intervento contribuirà a ridurre il divario dei costi energetici rispetto alla media europea.
Secondo Unimpresa, la legge di bilancio 2026 rappresenta un segnale di continuità nella direzione del sostegno alla competitività e all’innovazione, ma resta il nodo dell’effettiva attuazione. L’efficacia delle misure dipenderà dalla rapidità dei decreti attuativi e dalla capacità amministrativa delle imprese di accedervi. Come ha sottolineato il vicepresidente Giuseppe Spadafora, il sistema produttivo non chiede nuovi bonus ma regole stabili, tempi certi e procedure più semplici. Solo in questo modo, ha osservato, l’insieme degli incentivi potrà tradursi in una reale spinta agli investimenti e alla crescita strutturale del Paese. (fonte Unimpresa)
clicca qui per leggere la news integrale e originale di Unimpresa