scritto da Redazione Ulisseonline - 06 Agosto 2025 13:27

Le famiglie sotto assedio: le spese obbligate divorano i bilanci domestici

Le spese obbligate comprendono tutte quelle voci di bilancio che le famiglie non possono evitare: abitazione, energia, bollette, sanità, trasporti, assicurazioni

foto Angelo Tortorella

Le famiglie italiane si trovano sempre più strette nella morsa delle spese obbligate, una pressione economica che non accenna a diminuire e che, secondo l’ultima analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ha raggiunto nel 2025 livelli allarmanti. Con una spesa pro capite complessiva di 22.114 euro, ben 9.300 euro — il 42,2% del totale — sono destinati a beni e servizi essenziali, non comprimibili.

Un dato che segna un incremento di oltre cinque punti percentuali rispetto al 1995 e che evidenzia una tendenza strutturale destinata a condizionare profondamente la vita quotidiana e le prospettive economiche del Paese.

Le spese obbligate comprendono tutte quelle voci di bilancio che le famiglie non possono evitare: abitazione, energia, bollette, sanità, trasporti, assicurazioni. In altre parole, il costo della sopravvivenza. Nel dettaglio, l’abitazione si conferma la voce più onerosa, con una media di 5.171 euro annui per famiglia, in aumento di 109 euro rispetto al 2024. Seguono le spese per carburanti e assicurazioni (2.151 euro) e per l’energia (1.651 euro), quest’ultima protagonista di un’impennata dei prezzi del 178% negli ultimi trent’anni.

Dal 1995 a oggi, l’indice dei prezzi delle spese obbligate è cresciuto del 132%, più del doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili, che si è fermato al +55%. Questo squilibrio ha avuto un impatto diretto sulla capacità di spesa delle famiglie, riducendo progressivamente l’area delle scelte libere di consumo. In pratica, sempre meno soldi per cultura, svago, ristorazione, turismo, abbigliamento e alimentari.

Se da un lato alcuni settori legati ai servizi mostrano segnali di ripresa — come ristorazione, turismo e tempo libero, con un aumento medio di 134 euro pro capite — dall’altro i beni tradizionali, inclusi gli alimentari, registrano una nuova flessione (-57 euro). Una tendenza che, insieme alla riduzione demografica e al cambiamento delle abitudini di consumo, rischia di compromettere la tenuta della domanda interna e, con essa, la crescita economica.

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha commentato con preoccupazione i dati emersi: “Il costante aumento delle spese obbligate è un forte ostacolo alla ripresa dei consumi. Occorre agire su tariffe e fiscalità per rafforzare il potere d’acquisto e rilanciare la crescita economica del nostro Paese”.

Un appello chiaro alle istituzioni, affinché si intervenga con misure concrete per alleggerire il carico fiscale e contenere i costi fissi che gravano sulle famiglie.

La fotografia scattata da Confcommercio non lascia spazio a interpretazioni: la dinamica delle spese obbligate è diventata una componente strutturale dell’economia italiana. Senza interventi mirati, il rischio è quello di una stagnazione dei consumi, con effetti a cascata su occupazione, investimenti e competitività. La sfida è duplice: da un lato, tutelare il potere d’acquisto delle famiglie; dall’altro, rilanciare settori produttivi che dipendono dalla spesa discrezionale.

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