scritto da Redazione Ulisseonline - 10 Novembre 2025 10:03

Il rallentamento tedesco pesa sull’Italia: l’export a rischio per 5,5 miliardi

Secondo il Centro studi di Unimpresa, una contrazione del 2% della produzione industriale in Germania nei prossimi sei mesi potrebbe ridurre il pil italiano dello 0,3% e tagliare lo 0,7% delle esportazioni. Francia più solida, ma l’Italia resta esposta al rallentamento europeo e deve puntare su domanda interna e incentivi per le Pmi

bandiera germania

Il rallentamento dell’economia tedesca rappresenta un rischio diretto per l’Italia, con effetti potenzialmente rilevanti sull’export e sulla crescita. Oltre il 12% delle esportazioni manifatturiere italiane, pari a circa 78 miliardi di euro l’anno, è destinato al mercato tedesco, e una contrazione del 2% della produzione industriale in Germania nei prossimi sei mesi potrebbe ridurre il pil italiano dello 0,3% e tagliare lo 0,7% delle esportazioni complessive, per un valore di circa 5,5 miliardi di euro.

È quanto emerge da un paper del Centro studi di Unimpresa, secondo cui la maggiore tenuta dell’industria francese, sostenuta dai settori aerospaziale e automotive, potrà attenuare solo in parte l’impatto negativo, limitando la perdita di prodotto di circa 0,1 punti percentuali. Per il 2025, nello scenario base, la crescita industriale italiana è stimata allo 0,3% mensile e il pil annuo al +0,8%, che potrebbe scendere al +0,5% nello scenario negativo.

La domanda interna resta la variabile decisiva. Se i consumi dovessero crescere dello 0,6% nel quarto trimestre e gli investimenti legati al Pnrr procedessero secondo le previsioni, la crescita complessiva del 2025 potrebbe mantenersi tra +0,8% e +1%.

«L’Italia deve puntare su un mix coerente di misure per rafforzare la domanda interna, sostenere redditi e produttività e rilanciare gli investimenti privati con incentivi più semplici e accessibili alle piccole e medie imprese», commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, secondo cui servono anche politiche industriali coordinate a livello europeo per evitare che la stagnazione tedesca si traduca in un contagio generalizzato.

Dall’analisi del Centro studi emerge un quadro europeo in rallentamento, ma non ancora in recessione tecnica. In Germania, a settembre, la produzione industriale è cresciuta solo dell’1,3% su base mensile dopo il crollo di agosto (-3,7%), restando comunque inferiore del 2,6% rispetto al 2023. Gli ordini industriali, pur in lieve ripresa (+1,1%), continuano a risentire del calo delle commesse extra-Ue (-3,4%), segnale che l’economia tedesca soffre la contrazione del commercio mondiale e il protezionismo americano.

In Francia, invece, la produzione industriale ha registrato un incremento più robusto (+0,8%) grazie al traino del comparto aerospaziale e automobilistico, con Airbus in testa. La maggiore solidità francese contribuisce a bilanciare parzialmente il rallentamento tedesco, ma l’Italia resta esposta, pur mostrando una capacità di resilienza superiore alla media europea.

Sulla base dei modelli previsivi di Unimpresa, lo scenario più probabile per il quarto trimestre 2025 prevede una crescita industriale media tedesca dello 0,4% mensile, francese dello 0,7% e italiana dello 0,3%. In caso di ulteriore flessione della domanda tedesca e dell’export europeo, la produzione italiana potrebbe subire una contrazione dello 0,4% mensile, con una crescita annua del pil ridotta allo 0,5%.

Con una crescita potenziale stimata intorno all’1% e un’elevata competitività nei comparti ad alto valore aggiunto, l’Italia può tuttavia confermare il proprio ruolo di ponte tra le due grandi economie continentali, evitando di subire passivamente gli effetti del ciclo tedesco e rafforzando la propria resilienza produttiva e finanziaria.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.