Deficit in calo e saldo primario in attivo: l’Italia vede la fine della procedura Ue per deficit eccessivo
Il miglioramento dei conti ha trovato conferma anche sui mercati. Lo spread Btp-Bund si mantiene stabilmente sotto i 100 punti base – il livello più basso dal 2010
I conti pubblici italiani mostrano segnali concreti di consolidamento. Con un deficit sceso al 3,4% del Pil nel 2024 (dal 7,2% del 2023), un saldo primario tornato in positivo (+0,4%) e un debito stabilizzato al 135,3%, l’Italia si avvicina all’uscita dalla procedura europea per disavanzo eccessivo.
Secondo le previsioni della Commissione europea, il disavanzo dovrebbe scendere ancora, al 3,3% nel 2025 e al 2,9% nel 2026, rientrando così nei parametri di Maastricht. Le nuove regole Ue fissano tuttavia vincoli stringenti sulla crescita della spesa netta, che non potrà superare l’1,3% nel 2025 e l’1,6% nel 2026.
Il miglioramento dei conti ha trovato conferma anche sui mercati. Lo spread Btp-Bund si mantiene stabilmente sotto i 100 punti base – il livello più basso dal 2010 – con il decennale italiano al 3,6%. Una discesa che si traduce in risparmi fino a 13 miliardi sulla spesa per interessi nel biennio 2025-2026.
«La combinazione di deficit in calo, saldo primario positivo, spread ai minimi e riduzione della spesa per interessi rafforza la credibilità fiscale del Paese» commenta Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, sottolineando come la vera sfida per il governo sarà quella di consolidare i risultati senza sacrificare crescita e coesione sociale.
Rimangono tuttavia i nodi strutturali: un debito ancora elevato, sopra il 135% del Pil, e prospettive di crescita limitate (+0,5% nel 2025 e +0,8% nel 2026). Fattori che impongono, secondo gli analisti, prudenza politica e disciplina di bilancio per evitare nuovi rischi di instabilità e diffidenza sui mercati. (fonte Unimpresa)
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