Pontecagnano Faiano, stasera e domani “Gemito” di Antimo Casertano al Teatro Mascheranova
Il protagonista dello spettacolo è Vincenzo Gemito, uno degli artisti memorabili dell'800 napoletano, figura tormentata e alla continua ricerca della perfezione

Stasera 8 febbraio alle 20.30 e domani 9 alle 19.00 al Teatro Mascherannova di Pontecagnano va in scena “Gemito, l’arte d’ ‘o Pazzo” con Antimo Casertano, Daniela Ioia, Luigi Credendino, Ciro Kurush Giordano Zangaro.
Il protagonista dello spettacolo è Vincenzo Gemito, uno degli artisti memorabili dell’800 napoletano. Abbandonato alla nascita alla ruota degli esposti, studiò da autodidatta scultura, disegno e oreficeria tra i vicoli del centro storico della città partenopea. La sua arte, il suo modo di lavorare, ma soprattutto il suo modo di intendere e di vivere il lavoro sono stati alla base della ricerca e dell’approfondimento della sua intera opera per la stesura della sceneggiatura.
Vincenzo Gemito, infatti, nonostante continue conferme del suo talento, ha vissuto una vita tormentata e ossessionata dalla continua ricerca della perfezione e dal maniacale tentativo di lavorare non per la conquista del successo ma per la scoperta della verità fino a raggiungere addirittura la reclusione in manicomio, avvenuta tra il 1886 e il 1888, e alla conseguente, una volta uscito, clausura domestica volontaria durata oltre venti anni. “Io non so centomila lire quante siano né m’importa di saperlo. Io non conosco il denaro, a me basta una pipa di tabacco e della creta. Mi basta il lavoro. Il resto è zero” : queste le parole dell’artista.
L’intento dello spettacolo, coprodotto da Compagnia Teatro Insania e Associazione Culturale NarteA , è quello di dare voce e narrare questa crisi, condivisibile da qualsiasi lavoratore, in qualsiasi ambito. Cosa porta alla rovina, cosa ci spinge al blocco emotivo, psichico e professionale? Fare arte, oggi è un lavoro? Quanto il lavoro dell’artista influisce sulle scelte personali e familiari?
Queste le domande che l’autore del testo, nonché attore in scena e regista, Antimo Casertano rivolge a sé stesso e al pubblico: ne scaturisce un lavoro che dà valore alla complessa figura di Gemito, ma soprattutto esplora questo delicatissimo e profondo momento che riguarda ogni “essere umano” da vicino che, cercando di ritrovarsi, sperimenta per dare un senso concreto all’arte, alla professione, al proprio lavoro.