L’ultimo romanzo del quarantaduenne scrittore barese Nicola Lagioia“La Ferocia”, edito da Einaudi, uno dei dodici libri semifinalisti del “Premio Strega ” di quest’anno, inizia con Clara Salvemini, la protagonista “assente” che cammina “nuda e pallida, e ricoperta di sangue”, su una strada che collega la provincia di Taranto a Bari.
“Aveva belle caviglie dalle quali partiva un paio di gambe slanciate ma non secche. Fianchi morbidi. Un seno diritto e pieno. Avanzava un passo dietro l’altro – lenta, barcollante”. Poche ore dopo la ritroveranno morta, ai piedi di un autosilo. Per tutti si tratta di un suicidio, ma lo è veramente? Trattandosi di un romanzo noir, non possiamo darvi la risposta.
Per scoprirlo è necessario leggere il libro che è stato presentato, venerdì sera, dall’autore, nell’incantevole e suggestivo scenario offerto dalle terrazze dell’Hotel La Conca Azzurra di Salvatore Criscuolo, a Conca Dei Marini, nel corso del penultimo salotto letterario della IX edizione del Premio e Rassegna letteraria Com&Te, ideata e curata dal giornalista Pasquale Petrillo e organizzato dall’Associazione Comunicazione & Territorio, presieduta dalla giornalista Silvia Lamberti.
“Il mio libro è un finto noir” ha spiegato Nicola Lagioia che, stimolato dalle interessanti domande poste dai tanti studenti delle scuole di Cava de’ Tirreni, componenti la giuria popolare del “Premio Speciale Com&Te”, e dai giornalisti Rosanna Di Giaimo e Angelo Ferraro, ha raccontato che il genere noir è stato utilizzato come pretesto:” Il noir è più calzante, rispetto al giallo, per raccontare il Paese. Mi è servito per raccontare una storia dove tutti sono vittime e carnefici: per raccontare la corruzione, il male”.
Il libro, che potrebbe divenire la scenografia di un film “C’è già una casa di produzione che lo ha opzionato”, ha annunciato con soddisfazione Lagioia, racconta la storia della famiglia Salvemini, una ricca famiglia di “palazzinari” baresi che vive di potere e corruzione: “E’ una storia verosimile ambientata a Bari, in un Sud visto come un continente notturno, misterioso, dove si vedono cose che di giorno non si riescono a vedere”.
I personaggi naturalmente sono inventati”, ha precisato Lagioia, laureato in giurisprudenza, direttore della collana di letteratura italiana di Minimum fax:”nichel” e conduttore di” Pagina3″: la rassegna quotidiana delle pagine culturali trasmessa da Rai Radio 3. Lagioia che con il romanzo” Riportando tutto a casa” si è aggiudicato il premio Siae – Sindacato scrittori, il premio Vittorini, il premio Volponi e il Premio Viareggio 2010 per la narrativa, è al suo quarto romanzo che ha scritto in quattro anni.
Lagioia che ha raccontato alcuni dettagli dei personaggi protagonisti del libro, come Michele: “Un bambino mai amato che diventa un personaggio problematico, ma che alla fine è portatore di verità, quello che più ama la sorellastra Clara, anche dopo la sua morte perchè noi ci portiamo dentro le persone che abbiamo amato, anche dopo che sono morte”, ha spiegato che “Per scrivere un romanzo è sufficiente essere sopravvissuti all’infanzia” e che anche in una città di provincia può nascere un buon libro: “Come è già accaduto con l’Ulisse di James Joyce, scritto e ambientato a Dublino. Un libro che ha dato inizio alla letteratura moderna”.
Dopo aver consigliato ai tanti studenti presenti, di leggere “Ferito a Morte”, di Raffele La Capria: “Usa delle tecniche narrative innovative ancora oggi” e “Delitto e Castigo” di Dostoevskij, Lagioia ha spiegato che la letteratura è uno specchio deformante della realtà che non deve dare soluzioni ai problemi della vita, di un Paese, ma semplicemente raccontarli:” Serve a renderci umani, a riconoscerci. La letteratura non finirà mai. La letteratura finisce con l’uomo”.