Troppi morti sul lavoro
Non è possibile che si vada a lavoro e poi non si torni più a casa. E' comprensibile che il luogo di lavoro, come qualsiasi altro, presenti dei pericoli. Non sono tollerabili, però, i troppi incidenti mortali dovuti non a fatalità o a fatti estremi
Ieri c’è stata la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. In questa occasione, la prima presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, ha rilevato che i dati relativi agli incidenti sul lavoro sono in calo, ma il numero è comunque ancora «inaccettabile». Ha indubbiamente ragione. Non è possibile che si vada a lavoro e poi non si torni più a casa. E’ comprensibile che il luogo di lavoro, come qualsiasi altro, presenti dei pericoli. Non sono tollerabili, però, i troppi incidenti mortali dovuti non a fatalità o a fatti estremi, ma a cause ben precise e conosciute. Prima fra tutte il mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza. E’ indubbio che serve una cultura del lavoro più moderna e consapevole, ma anche controlli più stringenti, maggiore prevenzione e sanzioni più severe ed immediate. Purtroppo, anche rispetto a questo triste fenomeno, si parla troppo ma di concreto si fa poco, o comunque non quanto sarebbe necessario.