Le polemiche sulla norma anti-rave
Le polemiche sulla norma anti-rave
Dallo scorso mese di ottobre è ripresa la pubblicazione della rubrica Cornetto e Caffè curata dal nostro Direttore. Saranno commentati di volta in volta, in poche righe, temi e fatti di attualità che spazieranno dalla politica all’economia, dalla cultura al costume, dal lavoro alla scuola, dalla società allo sport.
Il nuovo articolo anti-rave del codice penale introdotto l’altro giorno dal governo Meloni ha suscitato polemiche accesissime. Appare evidente la strumentalità delle accuse dell’opposizione, che comunque fa il suo mestiere. Tuttavia, qualche perplessità esiste. In breve, la preoccupazione che questa norma possa essere estesa per un eccesso di discrezionalità anche a manifestazioni di dissenso politico va fugata. Il ministro dell’interno Piantedosi ha dichiarato che trova “offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti” laddove si “esercitano diritti costituzionalmente garantiti”. E a cui la norma in questione “non fa alcun riferimento”. Chiarendo poi che “la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social”. Bene, ma perché non rifarsi alle norme vigenti in proposito in Francia o in Germania, ad esempio, dove i rave non si tengono perché opportunamente vietati? L’impressione è che al solito a prevalere sia lo scontro ideologico piuttosto che dare soluzione concreta ai problemi.