La lezione di Mattarella ai magistrati
Il capo dello Stato ha ricordato che il CSM è chiamato all'impegno di contribuire ad assicurare la massima credibilità alla magistratura
«I componenti del Csm si distinguono soltanto per la loro “provenienza” e sono chiamati a svolgere il loro mandato senza doversi preoccupare di ricercare consenso per sé o per altri soggetti». E’ uno dei passaggi del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella tenuto ieri. L’occasione è stata la cerimonia di intitolazione della sede del Consiglio Superiore della Magistratura a Vittorio Bachelet, il giurista cattolico assassinato dalle Brigate Rosse. Con il solito garbo ma senza fare sconti, Mattarella ha fatto una strigliata ai consiglieri del Csm. Il capo dello Stato ha ricordato che il CSM è chiamato all’impegno di «contribuire ad assicurare la massima credibilità alla magistratura, con decisioni sempre assunte con senso delle istituzioni. I nostri concittadini chiedono una giustizia trasparente ed efficiente». Insomma, una lezione puntuale ed autorevole. Non è mai troppo tardi. Nel senso che da tempo era necessario ribadire all’organo di autogoverno della magistratura quali sono i principi fondanti della sua esistenza e quali gli obiettivi da conseguire. Nell’interesse del Paese e dei cittadini. E non di altri.