La banda di Giorgia
E' il racconto di quella che potrebbe essere definita la banda, politica ovviamente, di Giorgia Meloni. La banda di una leader capace e popolare che spesso vive la solitudine per essere circondata da personaggi non affatto alla sua altezza
«Ogni giorno che manda il Cielo, sulla scrivania di Giorgia Meloni atterra un problema, una gaffe, una stupidata, un colpo di arroganza provocata, scatenata da una folla di personaggi maldestri, perfidi, modesti, tutti destrorsi, tutti diventati — grazie al successo politico di lei — deputati, sottosegretari, ministri, dirigenti pubblici, manager. Un’umanità spesso scioccamente ossequiosa, preoccupata di non deludere Giorgia e, quindi, un po’ fantozziani e un po’ caporali di giornata…”. E’ uno dei più gustosi passaggi di un articolo del Correre della Sera di oggi, a firma di Fabrizio Ronconi clicca qui per leggere. Alquanto veritiero, però. Forse eccessivo, tuttavia. E’ il racconto di quella che potrebbe essere definita la banda, politica ovviamente, di Giorgia Meloni. La banda di una leader capace e popolare che spesso vive la solitudine per essere circondata da personaggi non affatto alla sua altezza. E’ lo scotto, d’altronde, che paga un partito arrivato al potere dopo decenni di opposizione. Peggio ancora, di essere stato relegato da sempre ai margini della vita politica. Questa è, comunque, l’attuale classe dirigente del Paese. Oddio, le altre che l’hanno preceduta non è che siano state migliori ed abbiano combinato granché. Anzi. Si è salvato più d’uno, è vero. Molti di loro erano più scafati e avvezzi alla cosa pubblica. Nell’insieme, però, non hanno dato prove mirabolanti. Tant’è che poi la Meloni, Giorgia, li ha spazzati via tutti. Democraticamente. Con il voto delle urne. La cosa può piacere o meno, ma questo è. Almeno per adesso.