Il ricordo per le vittime delle Foibe
A compiere violenze, persecuzioni ed eccidi erano stati solo i fascisti e i nazisti. I comunisti, essendo tra i vincitori, non potevano assolutamente essere annoverati tra coloro che avevano compiuti gesti infami, come stragi e pulizia etnica
Erano morti due volte. Vittime dei comunisti di Tito prima. E poi delle convenienze politiche del dopoguerra italiano. Stiamo parlando degli istriani e giuliano-dalmati vittime delle foibe e dei tanti costretti a fuggire dalle loro case per sfuggire alla violenza dei comunisti titini. Per oltre mezzo secolo su questa tragedia era calato un colpevole silenzio. Erano vittime scomode che contraddicevano la vulgata imperante dei vincitori. A compiere violenze, persecuzioni ed eccidi erano stati solo i fascisti e i nazisti. I comunisti, essendo tra i vincitori, non potevano assolutamente essere annoverati tra coloro che avevano compiuti gesti infami, come stragi e pulizia etnica. Quello che però era tragicamente successo agli italiani massacrati dai comunisti jugoslavi. Da vent’anni a questa parte, finita la guerra fredda, crollato il comunismo e scioltasi come neve al sole la Jugoslavia di Tito, abbiamo recuperato la memoria di questa immane tragedia. «I tentativi di oblio, di negazione o di minimizzare sono un affronto alle vittime e alle loro famiglie» ha affermato il presidente della Repubblica Mattarella in occasione della Giornata del Ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia celebrata ieri. Un affronto subito per oltre cinquant’anni e che ancora oggi qualcuno, a sinistra, ha il coraggio di negare o minimizzare e in qualche modo giustificare.