scritto da Pasquale Petrillo - 11 Febbraio 2024 08:59

Il ricordo per le vittime delle Foibe

A compiere violenze, persecuzioni ed eccidi erano stati solo i fascisti e i nazisti. I comunisti, essendo tra i vincitori, non potevano assolutamente essere annoverati tra coloro che avevano compiuti gesti infami, come stragi e pulizia etnica

foto Giovanni Armenante

Erano morti due volte. Vittime dei comunisti di Tito prima. E poi delle convenienze politiche del dopoguerra italiano. Stiamo parlando degli istriani e giuliano-dalmati vittime delle foibe e dei tanti costretti a fuggire dalle loro case per sfuggire alla violenza dei comunisti titini. Per oltre mezzo secolo su questa tragedia era calato un colpevole silenzio. Erano vittime scomode che contraddicevano la vulgata imperante dei vincitori. A compiere violenze, persecuzioni ed eccidi erano stati solo i fascisti e i nazisti. I comunisti, essendo tra i vincitori, non potevano assolutamente essere annoverati tra coloro che avevano compiuti gesti infami, come stragi e pulizia etnica. Quello che però era tragicamente successo agli italiani massacrati dai comunisti jugoslavi. Da vent’anni a questa parte, finita la guerra fredda, crollato il comunismo e scioltasi come neve al sole la Jugoslavia di Tito, abbiamo recuperato la memoria di questa immane tragedia. «I tentativi di oblio, di negazione o di minimizzare sono un affronto alle vittime e alle loro famiglie» ha affermato il presidente della Repubblica Mattarella in occasione della Giornata del Ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli di Istria, Fiume e  Dalmazia celebrata ieri. Un affronto subito per oltre cinquant’anni e che ancora oggi qualcuno, a sinistra, ha il coraggio di negare o minimizzare e in qualche modo giustificare.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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