Il Pd e la ricerca di un’identità smarrita
Il Pd e la ricerca di un'identità smarrita
Da questo mese riprende la pubblicazione della rubrica Cornetto e Caffè curata dal nostro Direttore. Saranno commentati di volta in volta, in poche righe, temi e fatti di attualità che spazieranno dalla politica all’economia, dalla cultura al costume, dal lavoro alla scuola, dalla società allo sport.
In quest’ultima settimana si è letto di tutto sul Pd in crisi dopo il negativo esito elettorale di domenica scorsa. C’è perfino chi è arrivato a suggerire lo scioglimento del partito o la scissione in due componenti, una riformista, l’altra di sinistra. Nel frattempo, spuntano come funghi i possibili candidati a succedere a Letta alla segreteria nazionale. In pratica, il solito cannibalismo politico, una costante nel Pd fin dalla sua nascita. Quel che più lascia perplessi è il dibattito interno su chi dovrebbe essere l’interlocutore politico privilegiato. C’è chi guarda ai pentastellati di Conte e chi, invece, ai terzopolisti di Calenda e Renzi. Possibile mai che una delle preoccupazioni maggiori del secondo partito italiano debba essere questa? Non sarebbe meglio definire una volta per sempre la propria identità pd e tirare diritto? In atri termini, piuttosto che rincorrere gli altri perché non farsi rincorrere dagli altri? Tanto, piaccia o meno, i prossimi anni saranno di opposizione, perché non approfittarne per darsi una chiara fisionomia politica?