scritto da Pasquale Petrillo - 09 Dicembre 2023 08:51

Fuga dal Mezzogiorno d’Italia

Dal 2002 al 2021 hanno lasciato il Mezzogiorno oltre 2,5 milioni di persone, in prevalenza verso il Centro-Nord (81%) e, al netto dei rientri, i residente persi sono stati 1,1 milioni

foto Giovanni Armenante

Il Rapporto Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno, presentato ad inizio di questa settimana, segnala una situazione di particolare difficoltà del nostro Meridione. I dati presentati sono tanti, ma per semplificare e dare il senso del disastro ci limitiamo a quelli relativi alla popolazione. Dal 2002 al 2021 hanno lasciato il Mezzogiorno oltre 2,5 milioni di persone, in prevalenza verso il Centro-Nord (81%) e, al netto dei rientri, i residenti persi sono stati 1,1 milioni. Le migrazioni verso il Centro-Nord interessano ovviamente soprattutto i più giovani. In poco meno di vent’anni hanno lasciato il Sud 808 mila under 35, di cui 263 mila laureati. Una proiezione al 2080 porta il Mezzogiorno alla perdita di oltre 8 milioni di residenti. La popolazione che attualmente rappresenta il 33,8% di quella italiana, nel 2080 sarà solo del 25,8%. La fuga dalle regioni meridionali è il segno più tangibile di quanto sia alto il disagio. Per i giovani in particolare. Pochissime possibilità di lavoro. Scarse retribuzioni. Molto lavoro nero. Servizi carenti. Pubbliche amministrazioni scadenti. In breve, condizioni insostenibili. Il Mezzogiorno, con il suo sviluppo industriale e la sua crescita socio-economica, dovrebbe essere la priorità dell’agenda politica del Governo così come dell’opposizione. Purtroppo, non è affatto così. Si fa ancora troppo poco e la cattiva politica, che imperversa molto spesso nella realtà meridionali, fa il resto. Luca Bianchi, direttore della Svimez, nel ricordare che lo sviluppo è principalmente fatto di industria, ha fatto una battuta: «Un po’ meno b&b e più R&d; meno bed and breakfast, più ricerca e sviluppo». Questo per dire che il Mezzogiorno non può vivere soltanto di turismo, di sole e mare. E che per ora la corsa ai b&b è un ripiego non la soluzione.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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