Fassino, un ladro di galline?
L'ex ministro si difende riferendo che, distratto da una telefonata, si è messo inavvertitamente il profumo in tasca
E’ accusato del furto di un profumo. Per la precisione di una boccetta di Chanel da 130 euro. Il protagonista di questa vicenda è nientepopodimeno che l’onorevole Piero Fassino. Non un deputato qualsiasi, ma una figura storica e di primo piano della sinistra. E’ stato ministro, segretario dei Ds, fondatore del Pd, sindaco di Torino, attualmente è presidente della Commissione Esteri della Camera dei deputati. Nei giorni scorsi è stato denunciato per questo presunto furto dalla società titolare di un duty free all’aeroporto di Fiumicino. L’ex ministro si difende riferendo che, distratto da una telefonata, si è messo inavvertitamente il profumo in tasca. In tutta onestà, la vicenda è antipatica e scabrosa. Possibile mai che una personalità come Fassino rubi una boccetta di profumo? Stentiamo a crederlo. Anzi, ci rifiutiamo di crederlo. Fassino è sempre stato un politico irreprensibile e di spessore. A meno che con l’età non abbia qualche scompenso. Questo potrebbe anche essere. Ci troveremmo così di fronte ad un malato e non certo al cospetto di un politico corrotto. Ladro di galline o poco più. Tanto per capirci. Ci auguriamo che alla fine si chiarirà che è stato solo uno spiacevole equivoco. Non resta che attendere.
Non so se mi fa più tenerezza un ex ministro della Giustizia che ruba nei negozi o un ex iscritto al Partito Comunista che ruba un profumo Chanel per la moglie: alla faccia degli ideali e delle ideologie, è proprio un mondo al contrario!