Diritti e doveri
I maestri d'orchestra sono sì artisti ma comunque tenuti anche loro, come qualsiasi altro dipendente, al rispetto di precisi doveri
A Palermo, tre musicisti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana criticarono lo scorso gennario la direttrice Beatrice Venezi. In un’intervista l’accusarono di essere solo «un fenomeno mediatico». E ancora: «I suoi gesti non sono coordinati alla partitura, meglio non guardarla». Il Sovrintendente della Fondazione Orchestra sinfonica siciliana Andrea Peria ha deciso di sospendere i tre musicisti. Due per una settimana dal lavoro e dalla retribuzione. L’altro se l’è cavata con un solo giorno di sospensione. C’è chi è insorto definendo il provvedimento disciplinare scandaloso. Non entriamo nel merito delle critiche. Non ne abbiamo le competenze. E non è escluso affatto che i tre professori d’orchestra abbiano ragione. Sta di fatto, però, che far parte di una struttura, in questo caso pubblica, impone dei doveri e non solo dei diritti. Di sicuro, c’è il dovere di tutelare l’immagine dell’orchestra e quindi di non screditarla con una critica pubblica alla direzione orchestrale. Immaginiamo che un dipendente comunale critichi pubblicamente, a torto o a ragione è del tutto irrilevante, il Sindaco del proprio Comune. Di sicuro si tratterebbe di una violazione dei doveri del pubblico impiego. Inevitabile sarebbe quindi una esemplare sanzione disciplinare. I maestri d’orchestra sono sì artisti ma comunque tenuti anche loro, come qualsiasi altro dipendente, al rispetto di precisi doveri. Punto.