Il mistero del corpo mummificato della donna che dopo 2.189 anni dalla morte presenta ancora evidenti segni vitali
Xin Zhui era una nobildonna cinese della dinastia Han, nata presumibilmente il 217 a.C., morta nel 168 a.C, moglie del Marchese di Dai e Cancelliere del Regno di Changsha.
Era anche conosciuta come Lady Dai o Marchesa di Dai.
La sua salma mummificata, ben conservata, venne ritrovata il 6 novembre 1968, insieme a centinaia di manufatti e documenti su una collina a Hunan, e venne sepolta in una grande tomba a Chamgsha, con migliaia di oggetti, contenitori per bevande e cibo, vestiti ed arazzi di seta, e figure di musicisti e di persone a lutto.
Il corpo di Xin Zhui era straordinariamente ben conservato in un fluido sconosciuto leggermente acido all’interno della bara. La sua pelle era morbida e umida, con muscoli che consentivano ancora alle sue braccia e alle sue gambe di flettersi alle articolazioni. Anche tutti i suoi organi e vasi sanguigni erano intatti, con piccole quantità di sangue di tipo A nelle vene.
Aveva i capelli in testa, con una parrucca appuntata con un fermaglio per capelli sulla nuca. C’era pelle sul suo viso, e le ciglia e i peli del naso esistevano ancora. La membrana timpanica dell’orecchio sinistro era intatta e le impronte delle dita e dei piedi erano distinte.
Questa conservazione ha permesso ai medici dell’Istituto medico provinciale di Hunan di eseguire un’autopsia il 14 dicembre 1972. Molto di ciò che si sa sullo stile di vita di Xin Zhui deriva da questo esami.
Ora la sua mummia è esposta presso il Mausoleo di Mao Zedong a Pechino, in Piazza Tian Men, ed una riproduzione è anche conservata a Hunan.
La nobildonna sembra aver vissuto in maniera stravagante per quei tempi. Le piaceva avere i suoi musicisti che la intrattenessero e allietassero le sue feste. Probabilmente era anche lei una musicista, e il suo elevato ceto sociale le consentiva un tenore di vita elevato, vestiti di seta e altri tessuti preziosi, usava cosmetici, utilizzava cibi imperiali, compresa la carne.
Avanzando l’età iniziarono disturbi di salute che l’avrebbero portata alla morte; dall’esame della sua mummia sono stati accertati parassiti interni, trombosi coronarica e arteriosclerosi, evidentemente legati all’eccessivo peso derivante anche da una vita sedentaria. Era affetta anche da calcoli biliari. Nell’esofago, stomaco, e intestino furono trovati semi di melone, il che sta a indicare che la morte la colpì dopo che aveva mangiato.
Durate gli scavi che portarono alla scoperta della tomba, vennero trovate altre due sontuose tombe, uno grande probabilmente del marito, l’altra più piccola che si suppone sia del figlio che, evidentemente era morto in giovane età.
Il corpo e la tomba di Xin Zhui sono considerati una delle scoperte archeologiche più importanti del XX secolo.
Oltre ad avere alcuni dei resti umani meglio conservati mai scoperti in Cina, il contenuto della tomba di Xin Zhui ha rivelato molte informazioni sulla vita nella dinastia Han che prima erano sconosciute. La scoperta continua a far avanzare i campi dell’archeologia e della scienza nel 21° secolo, in particolare nell’area della conservazione di antichi resti umani.
Gli scienziati nel 2003 hanno sviluppato un “composto segreto” che è stato iniettato nei vasi sanguigni ancora esistenti di Xin Zhui per assicurarne la conservazione.
Le ricerche al Museo Hunan continuano nel tentativo di perfezionare la conservazione dei cadaveri, utilizzando proprio la mummia di Xin Zhui come candidato principale per tali procedure.