scritto da Nino Maiorino - 29 Aprile 2021 16:31

Tempi tristi, per chi non ha soldi e per chi li ha

Dall’insediamento del Governo Draghi, sempre più spesso si parla di tassare “equamente” i capitali, termine che farebbe intendere che andrebbero colpiti in maniera adeguata, e cioè in maniera bilanciata, giusta, equilibrata, i danari dei risparmiatori.

Purtroppo, si teme che qui in Italia non sarà così in quanto il pragmatico Draghi non fa mistero della sua valutazione del debito pubblico del belpaese il quale, come egli stesso ammette, in questo momento non va compresso per far fronte alle difficoltà imposte dalla pandemia, ma al quale prima o poi bisognerà mettere mano per riportarlo ad un livello più accettabile e per risanare, in parte, i conti pubblici.

Si tenga conto che più cresce il debito pubblico, più aumentano gli interessi che gravano sullo stesso per remunerare i sottoscrittori, e pure se, al momento, i tassi sono a livelli bassissimi, comunque sono un peso rilevante per la comunità: se si riduce il debito, si riducono anche gli interessi.

Il ragionamento, che non fa una grinza, mira purtroppo a penalizzare i risparmi della popolazione italiana, che è una delle più “risparmiose” al mondo, tutti ci individuano come le formichine che, briciola dopo briciola, accumulano risparmio, il cui livello sembra attestarsi a 4445.miliardi di Euro (dati elaborati dalla FABI al 31.12.2019).

Ma parliamo solo di risparmi delle famiglie: se aggiungiamo tutto il resto, vale a dire il valore delle proprietà, ufficialmente sottovalutato rispetto a quello reale (dell’adeguamento dei dati catastali degli immobili si parla da anni ma nessuno sembra intenzionato a metterci seriamente mano), il valore dei beni pubblici, e quanto annesso e connesso, complessivamente il belpaese non sta poi tanto male.

Ovviamente questo grande valore è appetibile per chi intende risanare i conti pubblici e, di conseguenza, la entità del debito.

Ciò fa temere che prima o poi Draghi, o chi per lui, qualche manovra la metterà in campo, anche perché è la stessa Unione Europea che la chiede; se non si dovesse giungere ad un livellamento dei debiti dei vari paesi membri, mai potremo auspicare una Unione di Stati Europei come quella degli Usa, e il sogno dei padri fondatori rimarrà tale ancora per decenni.

Tutto questo prologo per tornare al tema che ci interessa, vale a dire le Mini, Medie e Maxi Patrimoniali che periodicamente tornano a galla.

Già alla fine del mese scorso qualche giornale economico parlò di una Maxi-patrimoniale alla quale Draghi stava pensando, facendo un ragionamento assai semplice: da oltre 10 anni il paese è a crescita zero, e in questo il Covid-19 è stato solo l’ennesimo duro colpo, che ha comportato oltre 120.miliardi di scostamento di bilancio (leggasi maggiori debiti), per cui il rapporto debito/Pil a fine 2020 ha registrato il record del 166%.

A questo ritmo, riflette Draghi, se la nostra economia non raggiungerà un brevissimo tempo la crescita di almeno il 2% l’anno (come la Germania), i conti salteranno.

Frattanto, per dare un po’ di ossigeno, sembra in arrivo una patrimoniale, sul tipo di quella che nel 1992 fece l’allora Presidente del Consiglio Giuliano Amato che prelevò dai risparmi degli italiani il 6 per mille, tassando indiscriminatamente capitali piccoli e grandi, una colossale ingiustizia che gli italiani non hanno mai digerito: ed è per questo che, quando si accenna ad una “patrimoniale”, tutti entrano in fibrillazione.

Oggi una manovra di quel genere non sembra possibile, perché le forze politiche sulle quali si poggia l’attuale governo non la consentirebbero, si parla piuttosto di una distribuzione appunto “equa” dei sacrifici: staremo a vedere, ma nessuno può giurare che ciò non accada.

Frattanto, come ha scritto Il Sole 24 ore qualche giorno fa, l’ “FMI – Fondo Monetario Internazionale” consiglia una tassazione extra dei redditi alti e dei patrimoni elevati per contribuire alla ripresa; una specie di tassa di solidarietà che graverebbe solo sui ricchi.

Dal che si dedurrebbe che la deprecata patrimoniale verrebbe introdotta su spinta della BCE – Banca Centrale Europea, la quale già ha dato un primo colpo ai depositi introducendo i tassi negativi: un risparmiatore deposita 1000 Euro, alla fine ne riscuoterà, ad esempio, 995: e già questa è una tassa patrimoniale occulta.

Frattanto qualcuno guarda agli USA, anche lì sembra in arrivo una patrimoniale del 2% per i capitali che superano i 50.milioni di dollari; e se lo fanno negli Stati Uniti, che ha una economia florida, perché non dovrebbe essere fatto anche da noi?

Intanto, quasi alla chetichella, le spese bancarie sui conti correnti on-line sono aumentate del 48% in due mesi, passando dai 29 euro dello scorso febbraio ai 43 euro di aprile.

Lo ha calcolato un quotidiano economico sui c/c con operatività media, rilevando anche che sui c/c dei pensionati il rincaro è stato “solo” del 22,6%.

Le Banche on-line hanno giustificato i rincari con la necessità di far quadrare i conti, ma non si vede quali grandi spese esse debbano affrontare visto che funzionano solo in modalità telematica, e quindi non hanno alcun costo di rete sportelli, personale, eccetera.

Insomma, tempi duri per tutti, per chi fatica a tirare avanti fino alla fine del mese, e anche per chi ha qualche gruzzoletto che un tempo rendeva qualcosa, mentre ora non solo non rende nulla, ma si assottiglia sempre di più.

Un’ultima segnalazione desideriamo farla, anzi ripeterla, agli sprovveduti internauti i quali non sempre sono attenti alle richieste che giungono dalla rete web, tramite sms o messaggi e-mail, da ignoti truffatori i quali escogitano tutti i sistemi per prosciugare i conti degli sprovveduti che cascano nei tranelli.

Uno dei più diffusi, e lo ha recentemente segnalato anche l’Inps, è il ricorso al cosiddetto “phishing”; in pratica la truffa si consuma attraverso la richiesta di segnalare “dati sensibili” (codici Iban, codici identificativi di carte di credito o bancomat), attraverso i quali i truffatori prosciugano i conti.

Abbiamo già raccomandato, e lo ripetiamo, che questi dati non debbono mai essere comunicati, e che i messaggi in arrivo debbono sempre essere attentamente valutati perché talvolta sembrano provenire proprio dalla banche le quali, però, non chiedono mai dati sensibili via web.

Uno dei sistemi più semplici è di esaminare attentamente l’indirizzo e-mail dei richiedenti, talvolta il truffatore si nasconde dietro il nome di un conoscente, altre volte dietro i nome di una banca con la quale non si hanno rapporti, spesso tirando in ballo anche Poste italiane.

Se invece i messaggi arrivano sullo smartphone tramite sms, non bisogna mai cliccare sul link indicato; nella migliore delle ipotesi si rischia che venga prosciugato il credito residuo, ma gli sviluppi sono spesso imprevedibili.

Un minimo di attenzione non fa male e ci preserva da brutte sorprese.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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