In questo paese abbiamo tanti primati, moltissimi positivi, altri purtroppo negativi.
Tra i secondi vi è la triste realtà della scomparsa di adolescenti, specialmente bambini.
Nel primo semestre 2022 sono scomparse 6312 persone, adulti e bambini, pari ad una media di circa 36 al giorno, la maggior parte bambini; il 70% circa sono stranieri, il restante 30% sono italiani.
Per quanto riguarda gli stranieri possiamo ipotizzare che molti giungono in Italia come tappa intermedia di un viaggio molto più lungo; essendo il nostro paese la cosiddetta frontiera dell’Europa, grazie alla estensione delle nostre coste e alla facilità di sbarco, certamente gli stranieri che scompaiono per iniziano il loro peregrinare per approdare in un paese più accogliente e più appetibile anche dal punto di vista economico.
Rimane il problema del 30% di italiani dei quali non sempre si riescono a trovare tracce, e che, nonostante la efficienza delle nostre Forze dell’ordine, tante volte spariscono nel nulla e magari vengono ritrovati quando è ormai troppo tardi.
Per la scomparsa dei bambini, i dati indicati sono tratti dal rapporto del Governo sulle persone scomparse, e sono allarmanti: la scomparsa di 35 minori al giorno non è una bazzecola, praticamente scompaiono in media 1,5 persone ogni ora.
Nel report, redatto dal Prefetto Antonino Bella, Dirigente generale di P.S. e Commissario straordinario per le persone scomparse, si leggono cifre inquietanti anche perché di oltre la metà delle persone scomparse non si sa più niente.
A rendere ulteriormente allarmanti questi numeri, sono i dati riferiti ai bambini, appunto il 70% stranieri, il restante 30% italiani.
La percentuale viene però capovolta se si guardano i dati sui ritrovamenti, a essere rintracciati sono il 70% degli italiani scomparsi, e il 30% di stranieri.
Altro elemento inquietante sono altre cifre del rapporto: le denunce di scomparsa sono calate, rispetto al secondo semestre del 2021, del 13%, ma se le mettiamo a confronto con lo stesso periodo (gennaio-giugno), l’aumento è del 17%.
Nella maggioranza dei casi gli allontanamenti risultano volontari (82%), mentre il resto avviene per deficit cognitivi, a causa di reati di cui i minori sono vittime, o perché vengono sottratti da un familiare.
Secondo quando dichiarato da Elisa Pozza Tasca, ex parlamentare e portavoce di “Penelope (S)comparsi”, che convinse Giorgio Napolitano a dar vita al Commissario di Governo per le persone scomparse, la maggior parte dei minorenni che scompare fugge dalle guerre, ora in particolare quella ucraina, e scompaiono per il lavoro nero, la pedofilia, la pedopornografia, la prostituzione, fino al traffico d’organi.
Il dramma delle persone scomparse, inoltre, è un’emergenza transnazionale che, come sottolinea il Prefetto Bella su “Repubblica”, deve essere gestito a livello comunitario, e come aggiunge Nicodemo Gentile, presidente di “Penelope Italia”, è un percorso inevitabile e se ne comincia a parlare.
Avere un Commissario europeo per le persone scomparse consentirebbe di affrontare in maniera concentrata le sparizioni dei minori che migrano e di coordinare i casi giuridici più intricati, come la sottrazione internazionale dei minori.
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Ma non è che nell’UE la situazione sia migliore, anzi!
Tra gennaio 2018 e dicembre 2020, sono scomparsi oltre 18mila minori migranti non accompagnati.
The Guardian e Lost in Europe hanno rilevato che 18.292 minori migranti non accompagnati sono scomparsi in Europa tra gennaio 2018 e dicembre 2020.
Solo nel 2020 sono scomparsi 5.768 bambini in 13 Paesi europei.
Sono, in maggioranza, bambini arrivati dal Marocco, Algeria, Eritrea, Guinea e Afghanistan: il 90% erano ragazzi e circa uno su sei aveva meno di 15 anni.
L’indagine ha raccolto i dati sui minori non accompagnati scomparsi da tutti i 27 Paesi dell’Ue, nonché dalla Norvegia, Moldavia, Svizzera e Regno Unito, ma spesso le informazioni sono incoerenti e incomplete.
Per questo il numero reale potrebbe essere sensibilmente più alto, perché non in tutti i paesi dell’UE la registrazione è uniforme, il che alimenta le difficoltà di rilevazione.
La Commissione europea sulla protezione dei bambini migranti, nell’aprile 2017 raccomandava agli Stati membri di lavorare insieme e uniformemente per raccogliere e scambiare dati comparabili.
La Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità), in un suo recente rapporto, asserisce che le ragioni di questa emergenza sono da ricercare in una scarsa coordinazione tra gli organi competenti (polizia, operatori dell’accoglienza, operatori sociali) al momento della scomparsa di un minore straniero e nella mancanza di una pratica di cooperazione transfrontaliera che consenta di rintracciare un minore non accompagnato nel tragitto da un paese all’altro.
Spesso i minori lasciano i centri di accoglienza perché scoraggiati dai tempi troppo lunghi delle procedure per il riconoscimento dell’asilo o il ricongiungimento oppure per paura di essere rimandati a casa; a volte la fuga rappresenta per essi la possibilità di sopravvivere, e spesso nella realtà si traduce in un percorso che li rende vittime di abuso e di sfruttamento.
In merito alla nazionalità, i dati mostrano come tra il 2016 e il 2019 si riscontri una netta prevalenza di vittime nigeriane (202, di cui 53 minori pari al 26%), seguite da quelle romene (87, di cui 6 minori pari al 7%) e italiane (71, di cui 12 minori pari al 16,9%).
Presenti, ma con numeri inferiori, vittime provenienti da Bulgaria (17), Marocco (9), Tunisia (7) e Moldavia (6).
Nel suo rapporto Piccoli schiavi invisibili (2021), invece, Save The Children scrive che in Italia, su 953 valutazioni di casi di possibili vittime di tratta, che riguardano sia adulti che minori e tra cui risultano 695 femmine, 236 maschi e 22 persone transgender, sono state prese in carico dal sistema anti-tratta 297 nuove persone.
Nel complesso la principale forma di sfruttamento rimane quella a scopo sessuale, ma sembra confermarsi il progressivo aumento dello sfruttamento lavorativo che riguarda il 19,7% delle nuove prese in carico.
Quindi schiavi sessuali ma anche manodopera a costo quasi zero inserita nella filiera del lavoro.
Federica Toscano, responsabile dell’advocacy e della migrazione di Missing Children Europe, un’organizzazione senza scopo di lucro che collega le agenzie di base in tutta Europa, ha affermato che l’alto numero di bambini scomparsi è un sintomo di un sistema di protezione dei bambini che non funziona, ribadendo che i bambini non accompagnati sono tra i migranti più vulnerabili alla violenza, allo sfruttamento e alla tratta.
Nel marzo del 2019 fece scalpore in Gran Bretagna la vicenda di 60 bambini vietnamiti scomparsi dai centri di protezioni olandesi per essere portati a lavorare nelle fattorie di cannabis e nei saloni di bellezza del Regno Unito.
Un portavoce della Commissione europea ha affermato che c’è una profonda preoccupazione per la scomparsa dei bambini, gli Stati membri devono prendere urgenti provvedimenti per prevenire e rispondere alla scomparsa dei bambini durante la migrazione migliorando la raccolta dei dati e la collaborazione transfrontaliera.
Con l’Europa alle prese con la nuova ondata di arrivi per il conflitto ucraino la preoccupazione deve diventare una soluzione impellente.
È una questione di diritti e di dignità.