Si dice che la “regola dei dieci minuti” renda più intelligenti, e che Steve Jobs lo sapesse, evidentemente lo aveva intuito perché solo oggi i neuro-scienziati lo hanno confermato.
Steve Jobs è il mitico fondatore di Apple.
Steven Paul Jobs, detto Steve, nato a San Francisco a febbraio 1955, morto a Palo Alto nell’ottobre 2011, è stato un personaggio eclettico, imprenditore e inventore, ha fondato Apple, NeXT Computer, Pixar Animation Studios, acquistato poi dalla Walt Disney Company della quale Jobs era azionista e membro del CdA.
Steve Jobs aveva intuito che 10 minuti di pausa aiutano il cervello e stimolano l’intelligenza, e ora anche studi neuro-scientifici confermano questa verità e danno ragione all’inventore di Apple.
Vediamo cos’è, quindi, la regola dei 10 minuti.
Supponiamo che ti trovi dinanzi a un problema da risolvere sul lavoro e, nonostante tu sia seduto alla scrivania e ti sforzi di pensare a una soluzione, non riesci a trovarla.
Cosa fai?
Se fossi Steve Jobs, la risposta a questa domanda sarebbe semplice: ti alzeresti e andresti a fare una passeggiata.
Il continuo camminare di Jobs non era solo dovuto all’amore per l’aria aperta o all’esercizio fisico; il defunto capo della Apple aveva intuito qualcosa che la neuro-scienza sta ora dimostrando: camminare fa funzionare meglio il cervello, aiutandolo a risolvere problemi che ti bloccavano quando stai seduto.
Mithu Storoni, neuro-scienziata laureata all’Università di Cambridge ha di recente spiegato una serie di idee per far funzionare il cervello in modo più efficiente, tra cui spicca anche la regola dei 10 minuti.
“Un amministratore delegato mio cliente ha adottato una regola: se è seduto davanti al computer con un problema che non riesce a risolvere, per 10 minuti si alza dalla scrivania e va a fare una passeggiata”, racconta Storoni.
I cervelli non sono come i muscoli, ha sottolineato la scienziata.
Se fai un lavoro fisico in una catena di montaggio, puoi semplicemente continuare a lavorare, a spingere i muscoli finché non si affaticano. Più sforzo porta generalmente a più risultati.
Tuttavia, per i lavori in cui facciamo più affidamento sul cervello che sui muscoli, questo approccio spesso è controproducente. Certo, per i lavori di routine, la concentrazione a testa bassa è spesso la cosa migliore, non devi essere creativo per gestire le e-mail.
Pero ogni volta che devi trovare una nuova idea o risolvere un problema, hai bisogno di uno stato mentale più aperto e rilassato in cui la tua mente possa creare nuove connessioni e scoprire percorsi attorno agli ostacoli; stare semplicemente seduti a lottare per lunghi periodi di tempo porta alla frustrazione, non a momenti creativi.
Perché, quindi, andare a fare una passeggiata aiuta a mettersi nella giusta disposizione mentale per trovare una soluzione?
Secondo la Storioni “Il modo in cui muovi il tuo corpo cambia il modo in cui pensa la tua mente. Fare una passeggiata ti mantiene nel giusto stato mentale di allerta, così non ti addormenti e basta, non ti senti letargico (o ti distrai) guardando il telefono. Ma allo stesso tempo, mantiene la tua attenzione in movimento, perché l’ambiente circostante si muove mentre cammini, la tua attenzione non può davvero fissarsi su nulla. Quindi si sposta nella tua testa ed esplora i tuoi problemi e cerca di risolverli da diverse strade”, ha spiegato.
In sintesi, camminare, specialmente all’aria aperta, spinge a pensare a molte cose nuove, e ti impedisce anche di pensare ossessivamente a una singola idea.
Secondo questa teoria scientifica non puoi rimuginare, la tua attenzione non può concentrarsi su un solo problema per troppo tempo, perché devi anche prestare attenzione a tante altre cose, come, ad esempio, a dove stai camminando, a non scontrarti con eventuali ostacoli sul percorso, a non cadere in una buca o inciampare su una piastrella malferma, a prestare particolare attenzione se attraversi una strada, e via dicendo.
Tutto questo, a quanto pare, è lo stato mentale ideale per elaborare nuove idee.
Se ancora si è ancora scettici sull’efficacia della regola dei 10 minuti, i risultati avuti da Jobs, e non solo da lui, dovrebbero rassicurarci.
Molti personaggi importanti per le loro intuizioni, da Charles Darwin a Mark Zuckerberg, hanno giurato che camminare li ha aiutati a essere più intelligenti e innovativi.
Una chiosa finale basata sull’esperienza diretta dell’estensore di questo articolo il quale, durante la sua vita lavorativa, è stato anche responsabile di centro elettronico, nel quale aveva un geniale collaboratore, analista e programmatore.
Questo personaggio successivamente diede le dimissioni, creò una sua società di informatica nel sottoscala del suo fabbricato, la sua esperienza lo indusse a trasferirsi a Milano dove fondò una nota società, della quale omettiamo il nome per riservatezza, che per anni ha prodotto software per imprese di mezza Italia, scontrandosi con colossi informatici che lo boicottarono e lo costrinsero a ritirarsi dal mercato.
Il personaggio del quale parliamo, spesso, nel mentre stava elaborando un progetto, si alzava dal tavolo e incominciava a gironzolare all’interno del locale come uno stralunato, spesso mordicchiando una matita, qualche volta se ne andava fuori, e sembrava di essere distratto e di non vedere nessuno: non stava perdendo tempo, stava solamente pensando a come risolvere un problema informatico.