scritto da Nino Maiorino - 26 Aprile 2024 06:00

Il nostro Tricolore

Quando eravamo piccoli spesso ci veniva recitata una filastrocca “E la bandiera, di tre colori, è sempre stata la più bella, noi vogliamo sempre quella, noi vogliam la libertà”.

Il testo di questa filastrocca è stato scritto nel l848 da Francesco Dall’Ongaro, poeta e drammaturgo, e la musica da Cordigliani, compositore del quale si hanno scarsissime notizie.

Nel giorno in cui si celebra la Liberazione del nostro Paese, ci si potrebbe interrogare sull’antica storia della sua bandiera.

Non tutti, probabilmente pochi, sanno qual è il significato del nostro tricolore; ma non dobbiamo disperare perché molto probabilmente anche in altri paesi la popolazione non conosce l’origine della sua bandiera e il significato dei simboli e dei colori.

E quale migliore occasione della celebrazione della Festa della liberazione per superare tali ignoranze.

Qual è dunque il significato del nostro Tricolore?

Il verde è da sempre un colore che indica libertà e uguaglianza, valori portati avanti per raggiungere l’Unità d’Italia. Questa tonalità inoltre indica speranza ed è accostato al bianco, simbolo di fede, e al rosso, ossia il colore dell’amore.

E giacché siamo in tema, facciamo anche un po’ di storia del nostro tricolore.

Il Tricolore della bandiera italiana è sempre stato un simbolo di libertà e oggi, più che mai, è importante ricordarne il significato.

Esattamente 79 anni fa, il 25 aprile 1945, l’Italia si liberava dall’occupazione nazista e fascista e, accanto alla bandiera rossa dei partigiani, il tricolore tornava a rappresentare quella libertà ricercata dal Paese.

Eppure, ancora oggi sono molte le persone che non conoscono la storia e il significato della bandiera italiana, esattamente come la premier Giorgia Meloni, che questa estate si è resa protagonista di una gaffe mentre si trovava negli Stati Uniti, in quanto non ha saputo rispondere alla domanda del senatore democratico Chuck Schumer su cosa significasse la bandiera italiana.

In realtà, a differenza di quello che si potrebbe pensare, la storia del tricolore è alquanto complessa, in quanto ogni colore ha una sua ragione storica e un’interpretazione simbolica fornita dal primo poeta italiano a vincere il Nobel per la Letteratura: Giosuè Carducci.

Vediamo di fare un po’ di chiarezza sul nostro tricolore e sui suoi significati.

La bandiera nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 come bandiera della Repubblica Cispadana, modellata a sua volta sul tricolore di quella francese. La proposta fu presentata dal deputato Giuseppe Compagnoni, decretando che la bandiera Cispadana avrebbe dovuto presentare come colori il verde, il bianco, e il rosso, disposti orizzontalmente.

La scelta di questi colori viene fatta risalire alle truppe della Legione Lombarda, istituita da Napoleone l’11 ottobre 1796, con il bianco e il rosso dello stemma di Milano e il verde delle divise della Milizia cittadina milanese.

Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell’Emilia-Romagna, e probabilmente per tale motivo la Repubblica Cispadana li confermò nella propria bandiera.

La storia del nostro tricolore, però, non termina qui.

Come si può leggere negli archivi del Quirinale, solo durante il Risorgimento il tricolore venne avvertito “non più come segno dinastico o militare, ma come simbolo del popolo, delle libertà conquistate e, dunque, della nazione stessa”.

I patrioti del Risorgimento, infatti, aspiravano all’indipendenza dagli austriaci e nel 1848, durante la cosiddetta “Primavera dei Popoli” e, successivamente, durante la Prima guerra d’indipendenza, utilizzarono fieramente il tricolore, poi adottato da Carlo Alberto di Savoia con strisce verticali e lo stemma del casato: questo divenne il tricolore ufficiale della bandiera italiana fino al 1946.

Eppure, durante il regime fascista, lo stesso Mussolini propose di modificare la bandiera apponendo al centro un fascio littorio: proposta bocciata immediatamente dal re Vittorio Emanuele III, il quale acconsentì però a modificare l’estremità dell’asta a forma di fascio.

Vittorio Emanuele III aveva mostrato, così, un tantino di resipiscenza.

Dopo la Liberazione dal regime fascista, con la proclamazione della Repubblica, grazie al referendum del 2 giugno del 1946, un decreto del governo decise di rimuovere lo stemma dei Savoia dalla bandiera italiana, che assunse la forma del tricolore che conosciamo oggi, frutto della lunga e travagliata storia del nostro Paese.

In sintesi, alla domanda cosa significhino i colori della nostra bandiera, si potrebbe rispondere che essa rappresenta una variante di quella della Rivoluzione francese.

Ma dietro al tricolore c’è altro, non solo la storia e le tradizioni di più popolazioni unitesi in un unico Regno (è celebre la frase attribuita a Massimo D’Azeglio “Fatta l’Italia, ora bisogna fare gli italiani”), ma anche la letteratura e la poesia.

Infatti, nonostante siano diversi i significati attribuiti ai colori presenti nella bandiera, sovente ci si rifà alla lettura che ne diedero Carducci e Pascoli.

Infatti, in occasione delle celebrazioni per il centenario della bandiera d’Italia, nel 1897, Carducci descrisse il verde, il bianco, e il rosso come: “I colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all’Etna; le nevi delle Alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani. E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e sì augusta; il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi”.

Il verde quindi richiamerebbe i prati e la speranza; il bianco le nevi e la fede nelle idee e il rosso come omaggio ai soldati morti per l’Unione d’Italia.

Concludiamo ricordando che il creatore del tricolore italiano, il 7 gennaio 1797, fu Marco Giuseppe Compagnoni, costituzionalista, letterato e giornalista italiano, considerato il “padre del Tricolore”.

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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