scritto da Nino Maiorino - 20 Febbraio 2024 07:02

Cose così: Geolier e dintorni

foto tratta da Fb

Il Festival di San Remo fa ancora parlare di

 

A distanza di più di una settimana dalla kermesse sanremese (6/10 febbraio trascorsi) si parla ancora del Festival, e ancora imperversano le polemiche sui cantanti, canzoni, ospiti, co-conduttori, e via cantando.

Che il meridione abbia fatto il pieno è una constatazione inoppugnabile, che qualcosa poteva andare meglio pure; lo speriamo per il prossimo anno, che ci sia Amadeus o un sostituto.

A noi Amadeus non dispiace, riesce a tenere la scena in maniera egregia, e il fatto che prima di uscire sul palco si faccia il segno della croce e vada a salutare la moglie fa tenerezza: bravo!

Meno bravo Matteo Lorito, Rettore della Università di Napoli Federico II, che ha invitato Geolier, senti senti, a parlare con gli studenti di povertà educativa.

Cioè un ignorante come il cantante Geolier dovrebbe intrattenere gli studenti universitari della povertà educativa.

Roba da sant’Uffizio, che se ancora esistesse dovrebbe intervenire.

Ma cos’ha da dire un ignorante, nel senso di uno che ignora, a studenti universitari?

Speriamo che il Sig. Rettore Lorito lo spieghi, e si faccia capire meglio del Geolier che non solo non sa scrivere il napoletano, ma che, quando canta o parla, farfuglia e diventa incomprensibile, e pure se ha rischiato di fare il primo a San Remo, sempre un ignorante rimane, e pure il simbolo di una gioventù che si ispira a valori vacui, inconsistenti, ai soldi facili, vengano come vengono.

Non crediamo di essere accusati di razzismo se facciamo una considerazione: ma abbiamo fatto caso alla figura del nostro osannato rapper?

A noi sembra rappresentare anche fisicamente quella categoria di giovani che hanno avuto fortuna e successo nel film Gomorra, e in tutti i lunghi e cortometraggi con i quali Saviano ha sciaguratamente invaso i programmi televisivi, incitando alla emulazione.

Ma non sembra di aver fatto crescere, così, il numero di giovinastri paffutelli, capelli a spazzola, catene d’oro o di simil-oro al collo, tatuaggi a tutto spiano, che per varie ragioni durante il giorno dormono, ma che la sera iniziano a girovagare sui motorini per il centro e le periferie partenopee per “divagarsi”, e magari guappeggiare? e pazienza se poi ci scappa il morto.

Come il povero concertista Giovan-Battista Cutolo, ormai da tutti chiamato Giogiò, del Conservatorio partenopeo San Pietro a Maiella, che suonava il pianoforte e il corno inglese, ammazzato da un energumeno per aver difeso un amico per una questione di parcheggio.

Se capita la disgrazia ci sono bravi avvocati che sanno destreggiarsi nel labirinto delle leggi italiane, e magari riescono pure a far avere gli arresi domiciliari ad un assassino, o magari evitarglieli per qualche assurdo cavillo giuridico; certo gli avvocati costano, ma chi se ne frega, i soldi escono, ci sono tanti sistemi per farli uscire: o no?

Ora sembra che della canzone, scritta male e interpretata peggio da Geolier, esista un’altra versione, molto più scurrile e violenta, che gira sul web, e che inneggia alla violenza brutale.

Ma non vogliamo privare i lettori di un seguito più sostanzioso, per questo ci fermiamo qui, salutandoli con un cordiale “arrivederci alla prossima puntata di Cose-Così”.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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