scritto da Nino Maiorino - 23 Febbraio 2018 09:36

Bollette elettriche… tu non paghi, allora pago io per te

foto Angelo Tortorella

Frastornati dal continuo clamore che caratterizza questo caotico e violento scorcio di campagna elettorale, a molti è sfuggita la delibera n. 50 del 1° febbraio 2018 adottata dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) che prevede un meccanismo per restituire ai distributori di energia elettrica una quota degli oneri che hanno già versato, ma che non potranno più incassare dai fornitori perché in sofferenza economica dovuta dalla morosità dei loro clienti finali e forse anche ad altre cause.

Ho già parlato, qualche giorno addietro, del problema delle bollette telefoniche e di altri servizi, trasformate da mensili a quadro-settimanali (mi scuso per il neologismo appositamente creato), che ora per legge debbono tornare mensili.

Su tale problema, tutt’altro che trascurabile ma di limitato impatto, c’è stato una notevole attenzione e un anche notevole pressing mediatico.

Non trovo che analoga attenzione sia stata posta su questo contributo elettrico che dovrebbe essere pagato da tutti per appianare buchi di bilancio delle aziende fornitrici che sarebbero rimaste vittime di consumatori morosi per consistenti consumi elettrici di notevoli importi che non si riuscirebbe a recuperare.

Si tratterebbe di un buco di oltre 200 milioni di euro che riguarderebbero solo i cosiddetti “oneri di sistema”, terminologia che sta a significare che nel un rapporto esistente tra il produttore di energia elettrica e il distributore (sono due organizzazioni separate) qualcosa non funziona come dovrebbe: e cerchiamo di spiegarlo.

Un cliente che non paga la bolletta elettrica non genera solo un buco nelle finanze del suo fornitore, ma provoca un danno allo stesso che ha dovuto già anticipare di tasca sua tali oneri al distributore, e che deve recuperare dal cliente finale; ma se quest’ultimo non paga, il fornitore va in  difficoltà, e da ciò deriverebbe il buco dei 200 milioni di euro.

Tale vicenda ha costretto l’Arera ad intervenire con la delibera su indicata, in base alla quale  si è sparsa la notizia che questi mancati introiti verrebbero recuperati grazie ad un contributo richiesto a tutti coloro che hanno un contratto di fornitura di energia elettrica i quali si vedrebbero, nelle prossime bollette, gravati di un onere di importo ragguardevole; si parla di 35,00 euro che potrebbe anche reiterarsi.

Al danno, quindi, la beffa: il cliente che ha già correttamente pagato la sua fornitura elettrica verrebbe chiamato a pagare anche per quelli furbi che, utilizzando i meccanismi che consentono i cambi di fornitore, in parte li aiutano a diventare insolventi.

Ma la delibera adottata da Arera è una delle più cose più incredibili e pericolose degli ultimi tempi; se questo meccanismo venisse applicato, potrebbe comportare il rischio di essere generalizzato e, in altri casi analoghi, altri buchi di bilancio di altre aziende fornitrici di servizi potrebbero venire “spalmati” su tutta la platea dei contribuenti; e anche indipendentemente da redditi e consumi!

Da questo punto di vista è certamente molto più equo, ad esempio, il criterio adottato dal il Servizio Sanitario Nazionale le cui prestazioni, pure se sottoposte al pagamento di un contributo, vengono pagate in parte dal paziente con un ticket, e per il resto dalla fiscalità generale la quale, si faccia attenzione, è alimentata dai contributi fiscali di tutta la popolazione ma imposti col criterio della progressività; ciò sta a significare che il singolo contribuente paga in base al propri reddito, e i redditi minimi sono esentati.

Invece il criterio che si vorrebbe adottare per ripianare i buchi delle aziende elettriche è di una gravità inaudita in quanto non solo privilegerebbe i consumatori insolventi, ma spalmerebbe gli oneri non pagati indiscriminatamente su tutti gli altri senza tener conto né dei consumi né dei redditi individuali.

Con questa specie di “contributo di solidarietà” che colpirebbe tutti in misura uguale, verrebbe introdotto un precedente grave che andrebbe molto oltre la normale tollerabilità e diventerebbe un ulteriore elemento di proteste, molto più forti di quelle poste in essere, ad esempio, dai Comitati spontanei sorti per l’acqua contro le prepotenze dei gestori (esempio: la Gori nell’agro nocerino-sarnese e vesuviano) i quali, quanto meno, gravano sui consumatori sulla base dei consumi individuali: si pensi a cosa sarebbe capitato se la Gori, ad esempio, avesse chiesto di “spalmare” il suo deficit in parte uguale su tutti!

Ma sulla questione dell’acqua pubblica tornerò in un’altra occasione;  per il contributo elettrico in discorso desidero dare, a questo punto,  tre importanti indicazioni fornite all’ultimo momento.

La prima è dell’Enel che ha precisato di essere totalmente estranea alla vicenda ed ha assicurato che nelle bollette attuali e in quelle dei prossimi mesi non ci saranno voci aggiuntive: una prima buona notizia che in parte tranquillizza.

La seconda indicazione è stata di Altroconsumo, la più grande Associazione nazionale dei consumatori, che ha chiesto ad ARERA maggiore chiarezza per i consumatori e che fornisca al più presto una stima, anche di massima, sugli eventuali importi che verrebbero inseriti in bolletta.

La terza la fornisce la stessa ARERA che, con un comunicato stampa, spiega che il provvedimento  è finalizzato esclusivamente a reintegrare gli oneri di sistema a seguito del mancato versamento da parte di alcune imprese venditrici e non di altri clienti morosi: e questo è stato già ampiamente spiegato. Secondo Arera il relativo impatto sulle bollette dei consumatori finali non è ancora stato quantificato, ma ha precisato che sarà molto contenuto, e  certamente non sarà di 35 euro indicato dai media, bensì all’incirca il 2% degli oneri di sistema: ma non ha precisato di quanto potrebbe essere.

Comunque è opportuno che i consumatori siano molto attenti e verifichino che nelle prossime bollette non siano inseriti importi aggiuntivi ingiustificati.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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