scritto da Carlotta Catone - 19 Gennaio 2024 13:52

Ora è scontro tra Pakistan e Iran

L’attacco aereo arriva in un momento di massima tensione tra i due paesi e nel quadro di una crisi mediorientale sempre più complessa.

A poche ore dall’attacco dello scorso 16 gennaio da parte delle Guardie rivoluzionarie iraniane contro un gruppo armato sunnita, Jaish al-Adl, a Panjgur, l’esercito pakistano ha colpito con missile e droni la città iraniana di Saravan, al confine con il Pakistan, e una serie di villaggi vicini. Si tratta del primo attacco su suolo iraniano riconosciuto ufficialmente da Teheran dalla fine della guerra contro l’Iraq (1980-1988). L’Operazione Marg Bar Sarmachar – questo il nome in codice dell’attacco – , è stata definita dal Ministro degli Affari Esteri pakistano come “un’operazione basata sull’intelligence contro nascondigli di gruppi armati nella provincia iraniana di Sistan e Baluchistan“. Almeno nove le vittime, tra le quali quattro bambini e tre donne, ha riferito il vice governatore provinciale del Sistan e Belucistan.

L’attacco aereo arriva in un momento di massima tensione tra i due paesi e nel quadro di una crisi mediorientale sempre più complessa. Che sta accendendo in particolare modo la regione del Beluchistan, al confine tra i due paesi, territorio considerato dall‘Iran come la base operativa del gruppo sunnita Jais al-Adli – meglio conosciuto in Iran come Jaysh al-Zolm (L’Esercito dell’Oppressione) -, reo di aver commesso attacchi contro postazioni e personale militare iraniano: lo scorso 15 dicembre, nella città di Rāsak, Iran sud-orientale, il gruppo rivendicò un attentato contro 11 poliziotti iraniani posti al confine. Jaish al-Adl è stato fondato nel 2012 e porta avanti le istanze separatiste dei Beluci, popolo iranico in larga parte di religione sunnita.

Dopo l’attacco, che è stato definito “inaccettabile e contro il diritto internazionale”, Islamabad ha richiamato il proprio ambasciatore da Teheran ed poco dopo espulso l’inviato iraniano. Negli ultimi mesi, a maggior ragione dopo l’attacco di Rāsak, l’Iran tramite il proprio ministro degli interni, Ahmad Vahidi, aveva sollecitato Islamabad a prendere azioni decise contro il gruppo sunnita. Al contempo, anche il Pakistan rivendica la presenza di gruppi armati operativi perlopiù a Saravan, città del Sistan e Baluchistan, che definisce “terroristici”: sono chiamati con il termine Sarmachar che fa riferimento a due gruppi in particolare, l’Esercito della Liberazione del Pakistan e il Fronte della Liberazione del Belucistan.

Giovedì una dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri pakistano ha sottolineato tuttavia che non vi è l’intenzione di attaccare l’Iran in quanto stato: “iI Pakistan rispetta pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica islamica dell’Iran“, afferma la nota. “L’unico obiettivo dell’atto di oggi era il perseguimento della sicurezza e dell’interesse nazionale del Pakistan che è fondamentale e non può essere compromesso”, ha aggiunto la dichiarazione.

Originaria della Campania, appena diplomata mi sono trasferita a Bologna per laurearmi in Scienze Filosofiche presso l’Alma Mater Studiorum. Ora proseguo i miei studi postuniversitari in gender studies, sempre a Bologna. Mi reputo una ragazza dinamica ed intraprendente, amo conoscere e sperimentare nuove cose. Il sapere e la cultura per me sono alla base della vita ed è proprio questo che mi spinge a scrivere e divulgare nuove informazioni. Mi piace pensare alla mia vita come una strada di profonda ricerca.

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