Crisi di Governo: Draghi punta su riforme, scuola e ambiente
Concluso il secondo giro di consultazioni con i partiti, delineati i punti forti del programma che prevede tre riforme ‘pesanti’: fisco, Pa e giustizia civile
Si inizia a delineare l’agenda Draghi. Il presidente del Consiglio incaricato ha infatti scoperto qualche carta durante il secondo giro di consultazioni e ai gruppi più piccoli di Camera e Senato annunciando tre riforme ‘pesanti’: fisco, Pa e giustizia civile. E ponendo forte l’accento su lavoro e imprese dove, stando a quanto riportano i rappresentanti dei gruppi, “bisogna investire ed evitare contributi a fondo perduto ma finanziare le imprese per consentire loro di riprendere l’attività una volta superata la crisi”.
Sul tavolo anche il tema ambientale, per Draghi “tema centrale e catalizzatore di sviluppo economico” e ancora “un’attenzione particolarissima al mondo del lavoro, orientata sia verso il turismo che alle opere infrastrutturali”, cioè “creare lavoro attraverso le grandi infrastrutture”.
Sul vaccino, sempre stando alle dichiarazioni dei rappresentanti dei gruppi, Draghi avrebbe detto che “la campagna vaccinale va iniziata davvero e portata a termine”. Infine, la scuola, indicata come una priorità e a proposito della quale avrebbe anche toccato il tema del calendario scolastico e la preparazione “per tempo” per l’inizio del prossimo anno a settembre evitando l’atavico problema delle cattedre vacanti.
Va quindi delineandosi una ricetta per la soluzione delle crisi, ma mancano indicazioni di dettaglio. Alcune anche per sciogliere nodi imminenti. Che fare, per esempio, del blocco dei licenziamenti in scadenza il 31 marzo? E ancora, che fare del Recovery Plan? Basterà una rivisitazione della versione ufficiale o servirà una completa riscrittura? Su questo, e su molto altro, le carte rimangono scoperte.
Oggi si riprende con l’ultimo giorno di consultazioni, mentre dopo gli incontri di ieri tutte le delegazioni hanno riferito del forte richiamo europeista e atlantista fatto dall’ex presidente della Bce e si sono espresse a favore di questo orientamento. (fonte Confcommercio)